Nuovo Governo. #Matteostaisereno, incarico previsto per domani


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«Tempi brevissimi». Questo l’imperativo categorico di questi ultimi giorni, almeno nelle premesse. Le dimissioni irrevocabili di Enrico Letta sono arrivate con circa 3 ore di anticipo, prima annunciate per le 16.00 e poi anticipate alle 13.00, proprio per permettere le consultazioni-lampo al Presidente della Repubblica. E così, dopo un sabato di colloqui tra il Capo dello Stato e i rappresentanti dei partiti, questa domenica spazio a riflessioni e trattative. Serve «serenità per chi avrà l’incarico» ha dichiarato la prima carica politica nella conferenza stampa di ieri sera. «È stata una giornata per me interessante, ricca di stimoli e indicazioni. Sottolineo che le consultazioni, pur svolte con ritmo intenso, non hanno avuto nulla di rituale o formale. Tutte le delegazioni si sono impegnate entrando nel merito di valutazioni sulla natura della crisi e sulla sua possibile soluzione indicando temi e priorità che si augurano siano al centro dell'attività di chi avrà il mandato». E questi «stimoli» verranno «trasmessi» al futuro nuovo premier.

Insomma, la nuova formazione di governo non si avrà, probabilmente, prima di lunedì.  Troppi i nodi da sciogliere, forse. E poi ci sono tutta una serie di piccoli ostacoli che l’ex sindaco di Firenze dovrà affrontare. Innanzitutto il rapporto tra il Partito Democratico e il Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano, che proprio ieri aveva chiesto tempo «niente fretta sui programmi. Non si possono realizzare in 48ore». E il no di Nichi Vendola «il sostegno ad un governo Renzi? É pura fantapolitica, mai esistita l’ipotesi. Il nostro giudizio è negativo. L’iniziativa di Renzi ha portato uno spostamento a destra del Paese, con la resurrezione di Silvio Berlusconi nella vita politica» ha dichiarato il leader di Sel. Senza contare poi la squadra dei ministri, ancora in fieri: il premier in pectore che ieri è rimasto nella città del giglio proprio per limare la lista dei nomi, ha dovuto incassare, nel giro di poche ore, alcuni no abbastanza pesanti come quelli di Luca Cordero di Montezemolo allo Sviluppo, Alessandro Baricco alla Cultura, e Oscar Farinetti all'Agricoltura. E poi c'è un posto troppo importante per essere assegnato a cuor leggero. Quello dell'Economia.

Infine c’è la questione, non meno importante, della credibilità. Inutile negare che la reazione a caldo dell’opinione pubblica è stata negativa. Ora tocca convincere il Paese che la staffetta tra Enrico Letta e Matteo Renzi era cosa buona e giusta. In primis per la gente.