Chi pensava che l’ordine del giorno più caldo, quello su cui si gioca il destino dell’attuale giunta ovvero la manovra di riequilibrio pluriennale, scivolasse in coda al Consiglio come da elenco predisposto, si sbagliava.
I consiglieri hanno deciso di tagliare la testa al toro e di anticipare la discussione in apertura per fare in modo che si decidesse subito il futuro dell’esperienza Salvemini. Così, il punto all’ordine del giorno su votazione all’unanimità è salito al primo posto.
Dopo una breve relazione del sindaco Carlo Salvemini che altro non ha fatto che ribadire quanto affermato in questi mesi, tra rincaro dell’addizionale Irpef e della Tosap temporanea, tra debiti fuori bilancio e cause pendenti sul Comune, è intervenuto il consigliere Monticelli Cuggiò dai banchi del centrodestra che ha accusato il sindaco di essere andato avanti da solo, senza ascoltare nessuno “Non hai ascoltato nemmeno le presenze più autorevoli della tua maggioranza” (ndr Leggi Lorenzo Ria). “Non dovevi continuare a fare opposizione, sindaco, attaccando e criticando la precedente maggioranza, ma garantire un confronto democratico che invece tu hai evitato”. E conclude chiedendosi “E’ davvero questa la migliore soluzione per la città?”.
Gabriele Molendini capogruppo di Lecce Città Pubblica punta il dito contro Paolo Perrone: ‘Spendere i soldi che non si hanno porta più consenso, rende più popolari ma non vi siete comportati come un buon padre di famiglie. Perché avete paura del controllo della corte dei conti? A Palazzo Carafa c’è un gap strutturale tra entrate e uscite. Consigliere Perrone, siete stati poco prudenti con il denaro dei cittadini. La corte dei conti dice che il piano di riequilibro pluriennale viene autorizzato quando i numeri sono credibili e possono garantire i principi contabili più elementari. Non mi sorprende, consigliere Cuggiò, che siano stati approvati debiti fuori bilancio in una procedura sicuramente straordinaria, ma mi sorprende che vi siano tanti debiti fuori bilancio. Ora il piano di riequilibrio affronta con serietà lo squilibrio di cassa tra entrate e uscite’.
Angelamaria Spagnolo: ‘È difficle fare peggio di questi 20 anni. Peggio di così non si poteva fare. Peccato non ci sia l’assessore al bilancio a spiegarlo. Lupiae servizi serve a migliorare la qualità della vita.
Cosimo Murri dello Diago: ‘voi di centrodestra non avete mai detto nulla su come si doveva superare questa crisi, su come si doveva risolvere. Io non ce l’ho con i colleghi del centrodestra in generale, perché molti di voi sono alla prima esperienza in questa assise e non hanno colpa di quello che è stato fatto precedentemente. Mi chiedo: davvero volete andare al voto? Chi vuole il bene della città, chi non vuole fare inutili scandalismi sul passato ma ha volontà di sollevare Lecce non può fare cadere questa amministrazione. Noi di certo non abbiamo paura delle elezioni’.
Marco Giannotta: ‘Il provvedimento di riequilibrio dei conti è un dovere che noi abbiamo verso la città di Lecce. Il riequilibrio ci viene chiesto dalla legge dello stato e non dalle nostre volontà politiche. Voi di centrodestra arrivate quasi a disconoscere l’esistenza di debiti così ingenti. Ci sono 150 sentenze passate in giudicato e relative agli anni 2010-2015 alle quali dobbiamo fare fronte anche se sono state nascoste in un armadio. Non vi sembra che siano esse stesse un debito sufficiente a cui far fronte? Non potete assumere un atteggiamento di doppiezza. L’incremento delle tasse deciso da questa amministrazione è ridicolo’.
Gaetano Messuti: ‘La sua amministrazione è figlia dell’anatra zoppa, è ineludibile. Ci è dovuto essere un provvedimento del Consiglio di Stato che radeva al suolo le decisioni della Commissione Elettorale per fare iniziare seriamente questa consiliatura. L’anatra zoppa era il suo banco di prova come politico. Lei ha rifiutato un accordo forte nell’interesse della città con tutta l’opposizione scegliendo l’accordicchio con Prima Lecce. Ma l’agenda del cambiamento che parte con un accordicchio non può approdare a nulla ed a nulla è approdato. Già l’accordo con Delli Noci aveva significato imbarcare sulla nave esponenti della vecchia esperienza politica. Alla fine Lei, Carlo Salvemini, in presenza dell’anatra zoppa, è stato un sindaco divisivo e non includente e lei oggi paga le sue contraddizioni. Questa città è bloccata e con il vostro piano di riequilibrio la città sarà bloccata per altri 15 anni. Vi siete votati il predissesto e oggi che cosa pretendete?
Paride Mazzotta: ‘abbiamo fatto opposizione in maniera decisa perché ritenevamo che il cambiamento sbandierato in campagna elettorale non c’è stato. Questa amministrazione è nata già male. Questa città merita una maggioranza compatta e decisa. Non si può stare ogni giorno a cercare numeri o a cambiare strategie. Non era semplice quando avevamo 10 consiglieri in più, figuriamoci in questa situazione’.
Massimo Fragola: ‘sindaco, hai definito questo bilancio come l’immagine di quello che siamo. Non facciamo filosofia, i bilanci sono entrate e uscite. È una manovra che hai voluto tu, che nasce da lontano, da quando hai voluto mantenere la delega al bilancio. Sapevi già dove volevi portare quest’aula. Quella di oggi non è la soluzione. Tu Sindaco hai alzato il tappeto, hai visto la polvere ma non l’hai voluta spazzare. Si è creato un agonismo eccessivo che non porta a nulla. Oggi chi governa non ha i numeri per governare e non è stato fatto nulla per un coinvolgimento bipartisan. La colpa è tua, Sindaco Salvemini, perché dovevamo lavorare per armonizzare la consiliatura anche in funzione delle tante fratture all’interno del centrodestra. Andare Oltre, per responsabilità, voterà a favore di questa manovra di riequilibrio ma poi sarà necessario un cambio di rotta.’
Michele Giordano: ‘L’interpretazione dei conti della città è alquanto discutibile e questa amministrazione in 18 mesi non ha prodotto nulla. Il passato che tanto criticate ha reso Lecce la città importante che è rispetto a voi che non avete prodotto alcun risultato. Noi oggi per senso di responsabilità ci asterremo ma è indubbio che voi il dialogo con il centrodestra non l’avete mai voluto cercare. L’interesse della città con l’esito elettorale che abbiamo avuto doveva essere perseguito in maniera assai diversa. Ci avviamo verso la fine di una politica di annunci che non ha prodotto nulla e il documento che oggi votiamo è solo la sintesi di un triste epilogo’.
Angelo Tondo: ‘L’intervento del sindaco è stato finalmente pacato a differenza di qualche altra presa di posizione di alcuni consiglieri. Lecce non merita né il dissesto né il predissesto. Forse si voleva dare l’impressione di cambiare la città ma la montagna ha partorito un topolino. Nel piano di riequilibrio non si risolve il problema serio della capacità di riscossione dell’ente che è il grave problema a cui far fronte. La situazione finanziaria è critica ma non è diversa da quella di quasi tutti i principali comuni di Italia. Ma oggi si manda in dissesto formale Lecce ed è gravissimo. La situazione poteva e doveva essere gestita in maniera differente. Negli anni questo procedimento ingesserà l’intera macchina amministrativa dell’ente.’
Paolo Perrone: ‘Il disavanzo calcolato dalla Giunta Salvemini è errato. Il disavanzo non è di 30 milioni di euro ma di poco più di 10 milioni e noi saremmo stati in grado di recuperarli senza troppi sforzi o quanto meno con i giusti sforzi. Io sono preoccupato, caro Sindaco, della gestione finanziaria dell’ente. Ma sono preoccupato di quello che è successo nel 2018 e non quello che è successo prima. Sono preoccupato della vostra scarsa capacità di riscossione dei tributi e del disavanzo nella raccolta proveniente dalle multe dove avete messo in bilancio cifre ben superiori a quelle che avete incassato. Guardando al tuo anno e mezzo di amministrazione rivaluto i miei dieci anni dove abbiamo affrontato problemi ben peggiori di quelli che vuoi far credere ai cittadini.’
Antonio Rotundo: “La proposta del sindaco sulla Lupiae è stata votata da 27 su 27 e questo ha dimostrato una Caporetto dell’opposizione, perché si è legittimato quanto le scelte del sindaco fossero giuste. Qui si arriva a contestare i dati del servizio finanziario, i numeri sono oggettivi e viene contestato un documento in cui non c’è nulla di politico. Quale è la domanda vera? Perché si contesta un dato reale? Perrone si rifiuta di prendere atto che la sua Amministrazione ha fallito e che l’obiettivo che si era dato, quello di risanare il bilancio, non è stato raggiunto. Nonostante la realtà sia quella, Perrone si rifiuta di prenderne atto. Noi, invece, prendiamo atto della vostra astensione, ma prendiamo atto che lo fate perchè non avete altre strade. Penso che non avete mai riconosciuto l’attuale Amministrazione come una controparte con la quale confrontarsi. Ci assumiamo la responsabilità di dire ai cittadini che sistemiamo il disavanzo con questa manovra pluriennale. Noi possiamo dire di aver dato respiro e ampiezza a questa città. Perrone si astiene perché un eventuale dissesto porterebbe alla sua incandidabilità, altrimenti non sarebbe stato il solo in Commissione a votare contro e in Consiglio astenersi. Ci troviamo davanti a una classe dirigente che tenta l’ultimo colpo di coda. Considero la scelta del sindaco di sottoscrivere il patto per la città sia stata una scelta per la comunità, altrimenti si sarebbe andati incontro a un lunghissimo commissariamento. Avreste potuto bocciare la manovra ma non potete farlo perché vi trovate in un vicolo cieco, non aveteè una proposta alternativa, tanto è vero che pur non condividendo la manovra non la potete bocciare”.
Mauro Martina: “Non c’era neccessità di fare questa manovra, ma è stata una scelta legittima e politica del sindaco e basta che passa oggi solo grazie a noi, solo grazie alla nostra astensione”.
Pierpaolo Patti: “Avere i conti in ordine significa programmare il futuro e la città ha detto da quale parte vuole andare. Il vostro non è un voto di astensione solo sulla manovra, ma un voto di astensione su voi stessi, sul modo di amministrare dal quale la città vuole tenersi lontana”.
Laura Calò: “Abbiamo assistito a una politica dei proclami, pensavamo di poter dare un nostro contributo a questa amministrazione. Negli ultimi tempi, invece, abbiamo assistito a un agire politico schizzofrenico. Non abbiamo assistito ad alcuna strategia di respiro, solo a una conferenza stampa sull’apertura del silos, tra l’altro intervento privato.
Infine, prima del voto, ha preso nuovamente la parola il primo cittadino: “Dalle dichiarazioni che ho ascoltato sembra che la manovra passerrà. Oggi si chiude un importante tassello e traccio una linea e farò le mie riflessioni. Ho rispetto per tutti e oggi chiudiamo questo percorso il Consigliere Perrone afferma chi verrà dopo potrà procedere, secondo la legge, a modificare la manovra”.
Si è poi passati alla votazione, nella quale la manovra è stata approvata all’unanimità con 15 voti favorevoli, 16 astenuti e due assenti.
