Corrispondono complessivamente a otto gli stabilimenti ospedalieri pubblici avviati alla riconversione. Approvata infatti, dalla giunta regionale, la delibera del piano di riordino ospedaliero, che adesso va dritta in consiglio. Il voto, tuttavia, non risulta ancora vincolante. Nessuna novità – rispetto a quanto già annunciato – per quanto riguarda la provincia leccese. L’ospedale del capoluogo salentino, il “Vito Fazzi”, è di secondo livello, mentre invece i nosocomi di Scorrano e Gallipoli di primo. Copertino, Galatina e Casarano presidi di base. Prevista, inoltre, la costruzione di quattro strutture ex novo che permetteranno altri eventuali accorpamenti.
Per il governatore Michele Emiliano – riporta una nota ANSA – il Piano è il risultato della "più grande procedura di consultazione mai fatta in Puglia non solo nella sanità”. “La giunta – riferisce – ha adottato la delibera regolamentare" che passerà "per una discussione generale al Consiglio regionale che deve esprimere il suo parere non vincolante ma autorevole". Gli ospedali da riconvertire, "destinati a una innovativa vocazione territoriale, riabilitativa, di supporto in post acuzie" sono: Fallacara di Triggiano; Sarcone di Terlizzi; San Camillo di Mesagne; Melli di San Pietro Vernotico; Umberto I di Fasano; San Marco di Grottaglie; ospedale Caduti di tutte le guerre di Canosa e San Nicola Pellegrino di Trani.
Emiliano ha sottolineato il salvataggio "dell'ospedale di Lucera, destinato alla chiusura da moltissimi anni, e che avrà un regime tipico delle zone disagiate".
Dopo la manifestazione presso l'ospedale 'San Giuseppe' di Copertino, il Presidente della Provincia Antonio Gabellone si appellò al governatore pugliese: “Fermi tutto presidente – si lesse in una nota – e in un mese cerchiamo soluzioni alternative”.