Piano delle coste, scoppia la pace tra il comune e i balneari. Confermate tutte le concessioni

Si è da poco conclusa la conferenza stampa in cui il sindaco Carlo Salvemini e l’assessore Rita Miglietta hanno illustrato la proposta del Piano delle Coste.

27 Stabilimenti balneari (erano 17), 22 spiagge libere con Servizi (erano 23), 9 ambiti di divulgazione, 4 strutture sportive, 2 strutture per giochi acquatici e 9 corridoi acquatici (per surf e altri sport acquatici). È questo il bilancio delle modifiche del nuovo Piano delle Coste proposto dall’Amministrazione comunale di Lecce, al netto dell’intenso dibattito pubblico che ha coinvolto direttamente gli operatori balneari delle marine leccesi negli scorsi mesi. Ad illustrale le principali novità sono stati il sindaco Carlo Salvemini e l’assessore Rita Miglietta in una conferenza stampa presso l’Open space di Palazzo Carafa, alla presenza degli operatori balneari.

Un aggiornamento della prima proposta di Piano, attualmente in fase di valutazione da parte della Commissione Vas, che è la risultanza di un percorso di discussione e dibattito tra Regione, Soprintendenza, Autorità di Bacino, Parco Rauccio, ed esperti. A rimodulare la proposta di Piano, dunque, è il Report Finale che esamina le questioni centrali riguardanti i 25 km di litorale leccese per costruire un progetto di sviluppo ecosostenibile.

Non mancano le novità rispetto alle prime formulazioni. Sono 10 i lotti in più concessi come stabilimenti balneari, di cui ben 9 che sorgono su aree in erosione costiera e, per questo, precedentemente esclusi dal Piano delle Coste: 6 si trovano a San Cataldo, 2 a Spiaggiabella ed 1 a Torre Rinalda.

Centrale è la proposta di monitoraggio condiviso delle coste con gli operatori balneari, oggi al vaglio della Regione Puglia per la stipula di un Accordo tra l’ente di via Capruzzi e l’Amministrazione del capoluogo salentino che potrebbe portare a superare l’inconcedibilità dei lotti che attualmente sono già sede di stabilimenti balneari e che la prima proposta del Piano vedeva venir meno a favore di spiagge libere.

Ai 10 lotti in più previsti dall’aggiornamento del Piano corrisponde anche il congelamento di altrettanti lotti che vengono, dunque, individuati come “riserva”, da sciogliere solo al termine dei 3 anni di monitoraggio. Il Piano è, dunque, uno strumento flessibile e dinamico, il cui cambiamento dipende dall’esito dell’attività di monitoraggio.



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