Adeguamento contrattuale e avanzamento verticale. Queste le richieste della delegazione di ausiliari specializzati che hanno fatto visita alla redazione di Leccenews24, in rappresentanza dei loro quasi 250 colleghi, regolarmente assunti presso la Asl di Lecce, ma con abilitazione alla qualifica di operatore sociosanitario.
Questi dipendenti, assunti con contratto da ausiliare specializzato, hanno frequentato corsi di formazione specifici, per altro finanziati dalla Regione Puglia, ma non vedranno alcun cambiamento nella propria posizione contrattuale.
La Asl, infatti, assumerà i suoi operatori sociosanitari nell’ambito della stabilizzazione contrattuale prevista dal decreto Madia, mantenendo la posizione degli attuali ausiliari specializzati.
Il rovescio della medaglia
Il decreto Madia, in vigore a partire dal 2018, prevede la stabilizzazione nel triennio 2018-2020 di molti dipendenti pubblici che hanno un contratto a tempo determinato e hanno già prestato tre anni di servizio (anche non continuativi, in tal caso spalmati nell’arco temporale di un massimo di 8 anni) nella Pubblica amministrazione.
La legge cerca di porre fine alla situazione di precariato che molti dipendenti, tra cui quelli del settore sanitario, sono costretti ad affrontare. Le assunzioni, quindi, vedranno la stabilizzazione dei lavoratori nella posizione per cui hanno già prestato servizio.
Il rovescio della medaglia consiste nel mancato rinnovamento della classe dei lavoratori delle Pubbliche Amministrazioni. Come conseguenza, gli O.s.s. che finora hanno avuto un contratto a tempo determinato raggiungeranno una posizione stabile.
“La Asl e i sindacati ci hanno traditi”
Purtroppo per gli ausiliari specializzati della Asl di Lecce non ci sarà alcun adeguamento contrattuale verticale, anche in virtù degli effetti del decreto. La delegazione che ci ha esposto le problematiche, ha espresso tutto il suo disappunto a causa delle aspettative disattese.
La qualifica di operatore sociosanitario che questi ausiliari hanno conseguito non costituisce una corsia preferenziale per i dipendenti. A domanda, cosa risponde la Asl? Di partecipare al concorso indetto che si terrà a Foggia, al quale parteciperanno 28mila iscritti per soli 2445 posti disponibili.
Intanto i sindacati continuano a rassicurare i lavoratori, garantendo che la Asl non potrà far finta di nulla, senza tener conto delle qualifiche conseguite. Ma intanto il tempo passa.
“Ci sentiamo traditi dai sindacati e dalla Asl”, dichiarano, vedendosi messi da parte in favore dei futuri assunti per effetto del decreto.
L’adeguamento contrattuale comporterebbe non pochi benefici per i lavoratori, primo fra tutti un aumento salariale di 2500 euro annui. A questo si aggiungono indennità di rischio e turnazione di notte, riservata agli O.s.s. che incrementerebbe ulteriormente il reddito. È, dunque, una grossa perdita in termini salariali e di diritti pensionistici.
Il paradosso
A lasciare di stucco è proprio la risposta della Asl, che preclude qualsiasi riqualifica dei suoi stessi dipendenti, i quali non avranno alcun vantaggio e, anzi, saranno costretti a scontrarsi con altri 28mila concorrenti, stando all’Azienda di Lecce.
Insomma, a dire dei denuncianti, si tratta di una lesione di diritti soggettivi bella e buona. Ma non finisce qui promettono: il disappunto prenderà la forma del ricorso agli organi competenti.