Fa proprio bene Matteo Renzi a tenere tirata la corda dell’attenzione di un Governo che non ha mai smesso di zoppicare fin dal momento del suo insediamento, rinviando continuamente a domani ciò che avrebbe dovuto e potuto fare oggi.
Fa proprio bene Renzi, forte del suo successo alla primarie del Pd che lo hanno portato alla guida della segreteria del partito di maggioranza che sostiene l’Esecutivo.
Fa bene perché non c’è più sordo di chi non vuol sentire e nel Governo italiano sono in tanti a fingersi sordi…
Come non incalzare, infatti, Letta & Co sulla Legge Elettorale, visto che dal Governo ci si aspettava una proposta sulla quale discutere in Parlamento. Nemmeno la Sentenza della Corte Costituzionale, invasiva per quanto si vuole, ha svegliato i finti dormienti. Si prosegue nella speranza che la gente si dimentichi delle questioni e dopo un po’ di settimane smetta di rompere le scatole.
Fa bene Renzi a chiedere che nel patto di Governo vengano inserite questioni di stringente attualità come la cittadinanza da dare ai figli degli immigrati che sono nati sul nostro territorio, che parlano la nostra lingua, con le nostre cadenze dialettali, frequentano le nostre scuole e sono compagni di classe e di giochi dei nostri figli.
Fa bene Renzi a continuare a mettere nell’agenda pubblica la questioni delle unioni civili, quelle tra uomo e donna che decidono di vivere insieme la loro esistenza anche senza sposarsi.
Fa bene Renzi, ancora una volta, a battere il tasto del cuneo fiscale, poiché tutti sanno che con le tasse sul lavoro previste dalle nostre leggi difficilmente la ripresa economica – che sembra essere dietro l’angolo – si trasformerà in ripresa occupazionale.
Ma dinanzi a questo incalzare, il Governo continua a non fare nulla, incartandosi in uno scandalo dietro l’altro che attanaglia i suoi ministri. Prima la Idem, poi Alfano, poi la Cancellieri, da ultimo la De Girolamo.
Possibile che non si senta mai l’esigenza di fare chiarezza, provando a smettere di galleggiare e cominciando, invece, a nuotare a larghe bracciate?
Noi non solo non riteniamo che Renzi non stia disturbando il manovratore, ma anzi gli chiediamo di passare, finalmente, dal “penultimatum” all’ultimatum.
Serve uno shock, serve una scossa e nulla più di perdere la poltrona potrebbe esserlo.