I rappresentanti della Bers in prefettura e su viale XXV luglio fioccano gli striscioni NO Tap


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Tornano gli striscioni No Tap ai piedi della prefettura. Oggi è il giorno in cui, a partire dalle 10 di questa mattina, due rappresentati della Bers, la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, sono stati ricevuti nella Sala degli Specchi per un “incontro facilitatore” con le istituzioni locali per parlare dell’opera e delle sue ricadute sul territorio.

Come prevede la procedura in questi casi, i funzionari dell’ Organismo finanziario internazionale stanno dando il via ad una serie di audizioni. L’incontro odierno è finalizzato a facilitare o sbloccare finanziamenti, come quello previsto per Tap ai fini della realizzazione dell’approdo del gasdotto proveniente dall’Azerbaijan.

In ballo c’è un finanziamento da 930 milioni di euro per il completamento dell’opera.

I funzionari Bers sono arrivati in prefettura scortati dalle forze dell’ordine, dopo regolari misure di sicurezza.

Al tavolo sono state invitate le istituzioni locali interessate al passaggio del gasdotto, come Regione Puglia, Provincia di Lecce, Comune di Melendugno e rappresentanti di Confindustria. Soltanto questi ultimi hanno preso parte al dialogo, mentre Comune, Provincia e Regione hanno declinato l’invito. 

Del resto, il sindaco di Melendugno, Marco Potì, aveva chiesto di spostare l’incontro nel suo comune, territorio direttamente interessato dalla realizzazione dell’opera. Il primo cittadino aveva proposto anche una visita al cantiere del gasdotto, ma non c’è stato accordo. Così Marco Potì ha scelto di non presenziare all’incontro in prefettura.

La presa di posizione del Comitato No Tap

Da qui, le parole dure del Comitato NO TAP “Le istituzioni finanziatrici di progetti scellerati dovrebbero incontrare prima i cittadini, sentire i loro pareri e agire di conseguenza, non dovrebbero imporre il loro volere!”

I manifesti No Tap ai piedi della prefettura

E allora, giù con gli striscioni su viale XXV Luglio in mano a un gruppo di pacifici manifestanti. Secondo il Comitato l’incontro, sulla base anche delle intenzioni del sindaco Potì, non si doveva fare “in una stanza chiusa ma direttamente nel paese, tra la gente, per avere il sentore reale della devastazione ambientale e sociale che Tap sta portando, c’è stato il rifiuto da parte dei rappresentanti della Bers. Un rifiuto imbarazzante che dimostra, ancora una volta, che le decisioni vengono prese sulla testa della popolazione e non nei suoi interessi”.

E ancora “Perché fare un incontro a porte chiuse e lontano dal problema reale? Perché nascondersi dietro quattro mura e non voler ascoltare quello che il popolo ha da dire?”. Queste le domande. Ora si attendono gli esiti dell’incontro avvenuto all’indomani di quanto accaduto ieri nelle campagne di Melendugno.