Prosegue la 'calata' dei big della politica italiana in Salento per la campagna referendaria in vista delle consultazione sulla Costituzione in programma il prossimo 4 dicembre.
E così, dopo i comizi nelle scorse settimane del premier Matteo Renzi e del Ministro Maria Elena Boschi, per il fronte del No è arrivato in queste ore Renato Schifani. Per l'ex Presidente del Senato un tour pugliese tra le province di Brindisi, Taranto e Lecce in cui ha spiegato le sue ragioni contro la riforma costituzionale voluta dal Presidente del Consiglio che Schifani bolla come 'un limite alla democrazia'.
'Tra le tante cose negative – spiega – non consente agli italiani di eleggere i propri rappresentanti al Senato e triplica il numero delle firme necessarie per proporre l'iniziativa legislativa popolare. È importante dunque il 4 dicembre rispondere con un no convinto ad una riforma che ho votato in Aula esclusivamente per disciplina di partito e mai votata in Commissione. Oggi invece il mio no è fermo e deciso. Anche perché la vittoria di chi boccia il ddl Boschi non significa la vittoria di Grillo, ma di tutti quelli che vogliono una Costituzione dove il bilanciamento dei poteri sia effettivo e rappresenti garanzia di autentica democrazia'.
Renato Schifani è stato 'ospite' dei vertici di Forza Italia Puglia con il coordinatore regionale, l'onorevole Luigi Vitali, e alla senatrice Adriana Poli Bortone.
Luigi Vitali, ha affermato: 'Ringrazio il senatore Schifani per essere stato con noi in questa due giorni pugliese a Taranto e Lecce, per spiegare le ragioni del NO al referendum. Per noi, è una battaglia per la democrazia. La riforma di Renzi riduce lo spazio democratico affidato a noi cittadini, che non potremo più eleggere e scegliere i senatori. È un bluff anche sul fronte dei costi della politica, che non saranno ridotti, e mortifica le comunità regionali con il ridimensionamento dei poteri delle Regioni. Il pericolo, come è evidente, è quello di una deriva autoritaria con uno strapotere del governo centrale. Noi non ci stiamo – ha concluso- e continueremo fino al 4 dicembre, senza sosta, a dialogare con i cittadini per mandare a casa Renzi e il suo governo legato ai poteri forti e non al popolo italiano'.