Renzi è il più bravo di tutti. Non c’è ombra di dubbio. Ci sa fare. Ci sa fare con i politici e con la gente. Basta guardarlo mentre cammina per strada a Roma: non abbassa la testa con timidi sorrisi di circostanza per rispondere al saluto di chi lo acclama o lo contesta. Si ferma, invece, stringe mani, abbraccia, saluta, addirittura dice ad uno che gli vuole parlare: «mandami una mail a sindaco@comune.fi.it» e a quello che ribatte «ma se ti ho scritto un milione di volte…», lui lo sfotte bonariamente: «valà se mi avessi scritto un milione di volte ti avrei già risposto».
Matteo ci sa fare, sa comunicare. È l’immagine propositiva della politica. Non ti intristisce a vederlo, lo senti parlare e ti trasmette voglia di fare. Lo ascolti e ti convinci davvero che questo paese potrebbe essere migliore, che l’Italia ce la farà, uscirà dalla palude. Però c’è qualcosa che non è andato nel verso giusto nel suo sostituirsi a Letta. Troppe volte aveva rassicurato l’ormai ex Presidente del Consiglio. Troppe volte gli aveva detto di andare avanti e non preoccuparsi che lui non gli avrebbe sottratto il posto. Non si sarebbe mai seduto sulla sua sedia, aveva detto. E allora come definire quello che poi è successo? Pugnalata alle spalle è sbagliato? Per molti italiani sembra proprio di no. Ed infatti, benché il Sindaco di Firenze sia in testa ai gradimenti e il suo partito, anche se di poco, davanti nei sondaggi, sembra proprio che gli italiani avrebbero voglia di esprimersi con il voto prima di mandare chiunque a palazzo Chigi. Il più presto possibile anche, almeno secondo un sondaggio Ixè pubblicato dal programma televisivo "Agorà" di Rai3. Per il 61% bisogna andare alle urne entro al massimo sei mesi. Il 46% degli intervistati vorrebbe votare subito, senza perdere tempo. Il 15% entro l'ottobre del 2014, e solo il 12% nel 2015 e alla fine della legislatura (2018) il 25 per cento.
È inutile continuare a menarla con la storia della repubblica parlamentare; la gente si è abituata a crociare sulla scheda elettorale il nome del candidato premier e pare proprio non voler rinunciare questa conquista, a prescindere dal fatto che il nostro sistema preveda poi che sia il Presidente della Repubblica a chiamare il candidato premier per affidargli ufficialmente l’incarico di formare il governo. La gente vuole contare almeno nella scelta del Primo Ministro, visto che, stando anche all’Italicum, i deputati non li può scegliere. Invece, ci si ritroverà a palazzo Chigi con un uomo scelto dalla segreteria di un partito. Benché benedetto da 3 milioni di voti alle primarie, Renzi e il Pd non possono scambiare quella consultazione con un voto vero. E poi c’è qualcuno che si chiede: ma se non è riuscito uno ricco e potente come Berlusconi a cambiare gli ambienti romani, può riuscirci un giovane Sindaco anche se brillante e promettente?
Noi facciamo il tifo per l’Italia e speriamo che a Renzi vada bene, però inutile negarlo, ci sono troppi però nella sua corsa.