Riordino delle Province, a rischio agenti e ufficiali di polizia provinciale

Nel caos del riordino delle Province,chiedono lumi anche i dipendenti della polizia locale, aventi da sempre competenze in materia ambientale e viaria. A Roma è in scena in queste ore una protesta alle porte di Palazzo Madama, in attesa dell’ok alla Legge di StabilitÃ

L’attuazione della Riforma Delrio continua a rendere sempre più nebuloso il futuro degli Enti provinciali. Alla totale incertezza di risorse e finanziamenti, si aggiungono le criticità pendenti sugli agenti e ufficiali di Polizia provinciale.

Sappiamo che la Polizia locale svolge attività di tutela dell’ambiente e presidio del territorio provinciale, di protezione civile e presidio della rete viaria, di vigilanza in campo faunistico-venatorio.

Alla vigilia della discussione in Senato della tanto attesa e criticata Legge di stabilità, e nella speranza di un successivo dibattito sul disegno di legge-delega al governo in materia di riordino delle pubbliche amministrazioni, l'Associazione Italiana Agenti ed Ufficiali di Polizia Provinciale (AIPP) torna ad evidenziare l'esigenza di dare certezze anche ai circa 2.600 dipendenti in divisa.

Una rappresentanza ha scelto, infatti, di essere a Roma in queste ore, durante il presidio sindacale, mentre a Palazzo Madama si fanno scelte determinanti per il futuro del Paese.
Si tratta di un patrimonio specializzato di risorse umane, con compiti di polizia giudiziaria, che presidia prevalentemente le aree rurali ed extraurbane del Paese, e che attende ancora oggi risposte certe in merito ad una ridda di dichiarazioni ed annunci contraddittori sul personale da ricollocare verso altre pubbliche amministrazioni” si legge in una nota dell’AIPP.

Si perché tra riduzione della spesa per il personale del 50% nelle Province delle Regioni a statuto ordinario, e ulteriori tagli del del 30% nelle future città metropolitane – secondo un emendamento del Governo depositato 3 giorni fa – occorre puntare i riflettori sul futuro dei lavoratori. Presso la 1° commissione affari costituzionali di Palazzo Madama si sta discutendo, quindi, tra le altre cose del riordino entro un anno dei compiti delle forze di polizia e dei correlati aspetti di polizia ambientale.

L'AIPP aveva già depositato nella 1° Commissione del Senato una circostanziata memoria sul tema della razionalizzazione dei compiti di polizia ambientale, e con cui chiede che “professionalità esistenti e risorse già investite in termini
di formazione ed aggiornamento del personale non siano assurdamente disperse a casaccio
”.
Ma tutto questo percorso rischia di venire completamente  vanificato dall'ipotesi di macelleria sociale – si legge ancora nella nota stampa – e di caos nel riordino delle funzioni provinciali, contemplata dall'emendamento governativo al disegno di legge di stabilità , che prevede una fumosa ricollocazione di buona parte del personale provinciale in altre amministrazioni, senza alcuna preventiva specificazione di dettaglio dei compiti di tutela ambientale, che rimarrebbero in capo agli enti intermedi”.

Da qui la riflessione amara del consigliere regionale di Forza Italia, Luigi Mazzei, il quale si dice al fianco dei lavoratori nel giorno della protesta. “Tra le tante vittime della legge Delrio – dice Mazzei – anche il personale delle nostre Polizie provinciali che, dopo anni e anni di formazione e specializzazione nella lotta ai reati contro l’ambiente, vedono addensarsi nubi fosche sul loro futuro. Potenza della superficialità renziana, dell’approssimazione governativa, del finto riformismo che sta minacciando la sopravvivenza di servizi territoriali fondamentali, prospettando un centralismo lontano non soltanto dalla gente e dalle comunità, ma anche e soprattutto distante dalla realtà dei fatti. La falsa abrogazione delle Province voluta dal Governo di centrosinistra, porta a questo: nessun vero risparmio e tanti, troppi, tagli ai servizi con il rischio che per i lavoratori provinciali si prospettino mesi difficili”.

Il consigliere, poi, ci va giù duro “Solo dei dilettanti potevano pensare di sbandierare una riforma senza chiarire come e con quali risorse, i servizi essenziali dovevano poi essere garantiti. Dopo tanti anni di lotta alle ecomafie, quale futuro si apre oggi per i dipendenti delle Polizie provinciali?A cosa saranno destinati? A quali mansioni? Con quali competenze? In un territorio che del rispetto della qualità dell’ambiente fa la sua bandiera non ci si trova dinanzi ad una perdita secca per tutti incomprensibile? Si continua, insomma, con pseudo-riforme lanciate a mo’ di spot ma che, in sostanza, non migliorano affatto la qualità dei servizi al cittadino. Si pensi, per esempio, alla proposta del PD di riorganizzare le autonomie locali attraverso il passaggio da 20 a 12 Regioni. Sarebbe un colpo mortale all’organizzazione degli enti periferici italiani. Sarebbe bastato, meglio basterebbe, andare verso la proposta della Società Geografica Italiana di passare a 36 Regioni, di dimensioni più piccole e certamente più vicine alle istanze dei cittadini. Le materie ambientali sono essenziali, per questo siamo vicini alle Polizie provinciali; il lavoro di tanti anni non può essere vanificato e sacrificato sull’altare del carrierismo e del falso riformismo di Matteo Renzi”.