Contro maturità e autonomia differenziata, lo sciopero anti-governo dei maturandi leccesi


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Contro tagli e nuova maturità, bocciamo il governo” lo slogan dello sciopero degli studenti leccesi. La manifestazione in piazzale Oronzo Massari, davanti alla stazione centrale del capoluogo salentino, nasce come protesta nazionale contro i cambiamenti apportati per la Maturità 2019 e contro l’autonomia differenziata. Le simulazioni nazionali previste (una si è svolta il 18 febbraio) non servono a calmare gli animi di maturandi preoccupati per le modifiche introdotte “fuori tempo massimo”, scatenando una serie di mobilitazioni in ben 50 città italiane.

Il restyling della maturità

Tutte le fasi dell’esame subiranno dei cambiamenti, dalle due simulazioni nazionali alla prova orale. Le prove scritte sono ridotte da tre a due, con una formula rivisitata delle prime due prove. La prima giornata, quella del 19 giugno, impegnerà gli studenti nello scritto di italiano che prevede la scelta tra due analisi del testo (tipologia A), produzione di un testo argomentativo (tipologia B) e tema di attualità (tipologia C). Escono dal ventaglio di scelte della prima prova il saggio breve e il tema storico.

La seconda giornata di scritti, invece, il 20 giugno, sarà all’insegna dell’interdisciplinarietà, proponendo una o due discipline caratterizzanti del percorso di studi. Inoltre, le valutazioni saranno basate su griglie nazionali che affiancheranno la commissione per una valutazione più equa. A lasciarci, dunque, è il famigerato quizzone.

Anche la prova orale subirà alcune modifiche, abolendo la tesina di Maturità e lasciando alla commissione la possibilità di proporre documenti che i candidati dovranno commentare.

Le novità riguardano, quasi inevitabilmente, anche l’assegnazione dei punti, 20 per prova a cui si aggiungono 40 crediti guadagnati durante il percorso scolastico, contro i precedenti 25.

La protesta degli studenti, maturità ma non solo

Le mobilitazioni erano partite dai rappresentanti dei singoli istituti ma hanno, poi, trovato una dimensione nazionale.

Nel capoluogo salentino la protesta è stata coordinata dal Fronte della gioventù comunista, che si è impegnata attivamente nella promozione della manifestazione. L’assenza di dialogo con il corpo docenti e con gli studenti è sicuramente uno dei fattori scatenanti della polemica sulla maturità 2019. Ma non solo. Le nuove prove, insieme alla questione Invalsi, portano verso uno “svuotamento della formazione” che diventa nozionismo. A preoccupare anche il mancato cambiamento della formula di alternanza scuola lavora che non subisce rimaneggiamenti e che, anzi, non ha alcun peso sul voto di diploma.

Aspetti certamente non secondari quelli finanziari. La nuova legge di bilancio non fa alcuna menzione al mondo della scuola, che si vede senza fondi per l’edilizia e costretta ad incamminarsi verso una “privatizzazione silenziosa”, che dipende dalla ricchezza delle singole regioni in mancanza di fondi nazionali.