Oggi l’edilizia sciopera per il rinnovo del contratto nazionale, in piazza anche 1.200 operai pugliesi


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Lavoro, contratto, salute, pensioni: questi i temi al centro dello sciopero nazionale dell’intero comparto dell’edilizia proclamato dalle segreterie Feneal-Uil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil per oggi, Lunedì 18 dicembre.

Così le sigle in una nota pervenuta in redazione:

“Una decisione non più rinviabile, nonostante i tentativi di intavolare la trattativa con le parti datoriali. Il Contratto nazionale di lavoro che regola il settore è scaduto da un anno e mezzo. Dopo più di mille assemblee nei cantieri nazionali e in assenza di segnali da parte delle associazioni di categoria, i tre sindacati hanno scelto di proclamare lo sciopero nazionale”.

Le ragioni della sciopero

Le manifestazioni in programma sono sei su scala nazionale: Padova, Torino, Roma, Palermo, Cagliari e Napoli. Gli edili pugliesi e meridionali (provenienti anche da Basilicata, Campania e Calabria) confluiranno a Napoli per chiedere:

A Napoli è in programma il comizio finale del segretario generale della Filca Cisl, Franco Turri.

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Lavoratore edile, operaio (ph. da pixabay.com)

La crisi edile nel Salento

La crisi dell’edilizia in provincia di Lecce è conclamata. I dati (fonte Cassa Edile di Lecce) parlano chiaro: gli addetti sono passati da 10.103 a 5.474 nel giro di pochi anni, dal 2009 al 2016 (il calo degli addetti supera il 44%); il monte ore denunciato in Cassa Edile è sceso di oltre un terzo, passando da 11.816.374 nel 2009 a 7.631.828 di ore lavorate nel settore nel 2016. Giù anche il monte salari: da 78.148.203 di euro nel 2009 a 56.967913 di euro nel 2016.

Affermano i segretari generali provinciali Paola Esposito (Feneal-Uil), Donato Congedo (Filca-Cisl) e Simona Cancelli (Fillea-Cgil):

“In un settore in forte sofferenza come quello edile – i dati anche della nostra provincia testimoniano purtroppo questa realtà – non rinnovare il contratto significa scaricare ancora una volta il peso della crisi sull’ultimo anello del sistema ossia i lavoratori. Nella nostra provincia la situazione è aggravata ancor più dal blocco delle trattative del contratto integrativo provinciale scaduto da oltre due anni”.