Se il grattino è scaduto scatta la sanzione, lo dice la Cassazione. Pasqualini: ‘sulle multe ha ragione il Comune’


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Il dilemma, forse, è ancor più complicato dell’«essere o non essere» dell'Amleto di William Shakespeare. Fiumi di parole spese e dibattiti accesi sull’argomento, infatti, non sono riusciti a rispondere a una domanda fatidica per gli automobilisti distratti o indisciplinati che lasciano la macchina oltre il tempo indicato sul grattino: «è giusto multare i guidatori o si potrebbe chiudere un occhio?».  A scrivere la parola fine (per ora) è la Seconda Sezione della Corte di Cassazione che ha stabilito in poche parole che “se il ticket è scaduto la multa è legittima”.
  
Nella sentenza numero 16258 del 3 agosto 2016, insomma, si legge testualmente che “l'assoggettamento al pagamento della sosta è un atto di regolamentazione della sosta stessa” e quindi un'eventuale infrazione costituisce un illecito amministrativo trattandosi di “evasione tariffaria in violazione della disciplina della sosta a pagamento su suolo pubblico”.
 
Lo sottolinea nero su bianco in una nota l’assessore al Traffco e alla Mobiità, Luca Pasqualini per ricordare come il provvedimento non fa altro che dar ragione all’azione dell’amministrazione circa l'applicabilità dell'articolo 7 comma 15 del Codice della Strada agli automobilisti che lasciano il proprio veicolo in sosta sulle strisce blu oltre il tempo concesso.
  
«Ancora una volta l'azione dell'Amministrazione Comunale in campo amministrativo si è dimostrata lineare – si legge nel comunicato a firma di Pasqualini – L'ultima sentenza emanata dalla Corte di Cassazione è  un altro tassello che conferma definitivamente la legittimità del percorso amministrativo di Palazzo Carafa, con buona pace dei tanti detrattori, come i Consiglieri comunali Rotundo e Foresio, che si affannano a puntare l'indice contro l'Amministrazione criticando a piè spinto la sua azione e facendo sorgere nei cittadini erronee aspettative solo per fini demagogici e strumentali».