
«Mostre natalizie rivolte al pubblico di bambini e genitori, naturalmente, al modico prezzo di 5 euro, biblioteche che prevedono i cosiddetti servizi aggiuntivi con una tessera gold a 10 euro e probabilmente il pagamento dei servizi stessi. C’è da chiedersi: qualcuno che non è di sinistra potrà fare business o almeno avere il piacere di avere, senza far business, uno spazio gratuito?».
È una Adriana Poli Bortone sarcastica quella che consegna alle redazioni un comunicato stampa che ha un unico destinatario: l’Amministrazione Comunale di Lecce, accusata di coinvolgere sempre le stesse associazioni a lei vicine nella gestione delle politiche culturali di città. Un’amministrazione presa ancor più di mira per la scelta di far pagare l’accesso ad alcune iniziative anche nel periodo natalizio, organizzate – dice la senatrice – proprio da quelle associazioni che hanno gratuitamente la gestione degli spazi comunali grazie alla loro vicinanza alla Giunta Salvemini. Un attacco molto forte – che certamente scatenerà la replica di Palazzo Carafa nelle prossime ore – quello della consigliera di opposizione iscritta nel gruppo di MSI Fiamma Tricolore.
«Ai governi di centrodestra aperti a tutti le culture, la sinistra rivendicava la concessione di spazi gratuiti alle associazioni e la fruizione altrettanto gratuita di servizi quali spettacoli, mostre etc. Oggi l’amministrazione di sinistra concede gratuitamente spazi ad associazioni la cui progettualità per regolamento (sic!) coincide con quella dell’amministrazione, con la variante che le associazioni fanno business. Siamo sempre più convinti di essere di fronte ad una sinistra double face per la quale teoria (verso gli altri) e pratica (dalla stessa sinistra esercitata) sono due cose distinte. ».
Possibile che nessun altro soggetto creativo sia capace di progettare in città, si chiede la Poli? Che poi attacca a testa bassa: «Siamo di fronte ad uno spazio ristretto di offerta culturale, ad una monocultura che deve essere di gradimento dell’amministrazione di sinistra»-
Il rischio, a detta della ex senatrice che nelle ultime elezioni si è candidata a sindaco della città in alternativa a Carlo Salvemini, Erio Congedo e Mario Fiorella, è che la bigliettazione per accedere alla fruizione di alcuni spettacoli allontani tutte quelle fasce di popolazione che non possono permettersi di pagare 5 euro a persona, spesa che in un nucleo familiare può anche incidere in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo.
«Ci sono famiglie –conclude la Poli – che non possono pagare 5 euro pro capite per visitare una mostra giocattolo o non possono pagare un biglietto per vedere un film»