A Gallipoli l’unica a non andare in vacanza è la politica, almeno quella a livello cittadino. Frenetici i tentativi da un lato per tenere in piedi la Giunta Errico che si è avvitata in una crisi che fino a poche ora fa sembrava senza via d’uscita e dall’altro di mandare a casa gli attuali inquilini di Palazzo Balsamo e pensare alle elezioni della prossima primavera, dopo un periodo affidato al Commissario Prefettizio.
Monta così l’ennesima polemica che chiama due big della politica provinciale, Salvatore Ruggeri e Vincenzo Barba. Diametralmente opposte le loro valutazioni sulla crisi della Giunta Errico e i due non peccano certo di chiarezza.
I termini che pendono sulla testa del sindaco dimissionario come una spada di Damocle si vanno assottigliando di giorno in giorno e per la settimana prossima i consiglieri sono stati chiamati a presentarsi a Palazzo di Città per votare il Bilancio di Previsione, pena la decadenza dell’Assise Comunale visto l’eccessivo ritardo nell’approvazione del documento contabile.
A provare a sbrogliare l’intricata matassa adesso ci pensa l’Udc che con il suo segretario provinciale, Salvatore Ruggeri, chiama al senso di responsabilità prima i suoi consiglieri (a cominciare da Caiffa e Padovano che causarono la prima caduta della Giunta) e poi tutti gli altri consiglieri della ex maggioranza. La richiesta è semplice: mettere da parte le passate incomprensioni e pensare al bene della Città Bella. Non è questo il tempo dei rancori, bisogna pensare, invece, a costruire.
“Gli uomini e le donne dell’Udc di Gallipoli hanno oggi una grave e forte responsabilità e sanno bene che non è più il momento di tergiversare ma devono rimboccarsi le maniche per dare continuità all’esperienza amministrativa del sindaco Errico. Mandare a casa l’attuale amministrazione, in un momento così delicato per la vita della cittadina ionica, è un atto irresponsabile. Tutta l’Italia guarda oggi a Gallipoli quale meta d’eccellenza per il turismo che è cresciuto negli ultimi anni e rappresenta una delle voci in attivo della nostra economia. Tutte le forze politiche devono mettere da parte i piccoli interessi e lavorare per quello della collettività programmando per tempo il futuro della città. Siamo certi che anche l’Udc locale è pronta a fare la sua parte con lo stesso senso di responsabilità che l’ha caratterizzata in questi anni e nel nome di quei valori moderati e popolari che ci contraddistinguono da sempre”.
Ma Vincenzo Barba, leader del centrodestra di città non ci sta e parla addirittura di un boicottaggio nei confronti di Gallipoli. Solo a chi fa comodo che Gallipoli venga additata come un territorio di perdizione – questo in sintesi il pensiero dell’ex senatore- può piacere il ritorno in sella della Giunta Errico.
“Non lo stimassi come persona sarei portato a pensare che parli solo nella logica geopolitica del ‘mors tua vita mea’, proprio perché fino a quando Gallipoli sarà governata in questo barbaro modo, altre località rivierasche del Salento potranno passare come un modello da imitare, la faccia buona del turismo a differenza di ciò che accade sullo Jonio”.
Per il leader jonico dei riformisti e conservatori fittiani non c’è spazio per alcuna ricucitura. C’è invece bisogno di ridare la parola ai cittadini: “Dalle fresche e dolci acque otrantine in cui trascorre le meritate vacanze, l’amico Totò Ruggeri esce dal letargo e si lascia andare nel più nefasto degli appelli per il futuro della nostra Gallipoli, chiedendo alla maggioranza-accozzaglia che fino a ieri aveva retto la Giunta Errico, una Giunta che passerà alla storia per essere una delle più inefficienti se non la più inefficiente che questa città ricordi, di ripensarci e di rimettersi insieme per il famoso, famosissimo ‘bene’ della Città Bella”.
Insomma, dice Barba, meglio il commissario prefettizio di questo sindaco e poi ricorda al segretario provinciale dell’Udc l’origine della crisi dell’amministrazione Errico che fu dovuta proprio agli esponenti scudocrociati: “Se i suoi uomini dell’Udc, caro Sen. Ruggeri, hanno abbandonato Errico vuol dire che qualcosa non va nella Città Bella. Chiedere loro di rimangiarsi tutto e di ritornare con la coda in mezzo alle gambe nell’ovile di Errico significa essere mille miglia lontani dalle esigenze di Gallipoli e pensare al nostro territorio come una cartina geografica esanime sulla quale piazzare soltanto la bandiera scudocrociata del proprio partito. Significa anche che la moralità è qualcosa di cui non si ha la minima idea.”