Tap, Gabellone ai sindaci: “il Governo pronto al dialogo, ma non cambia posizione”. Potì chiede unità


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Nuova Assemblea dei Sindaci questa mattina sulla questione TAP. Un nuovo incontro tra i Primi Cittadini del Salento che si sono riuniti per fare il punto sulla situazione, in continua evoluzione e ancora terribilmente infuocata.

Gabellone: “De Vincenti pronto a parlare, ma non a cambiare”

Tra proteste, tavoli, promesse e cantieri blindati, il nuovo tavolo è servito per mettere a punto i nuovi sviluppi sul gasdotto, ma non ancora per una effettiva unità di intenti. A presiedere la riunione è stato il Presidente della Provincia Antonio Gabellone, il quale ha tirato le fila del discorso: “oggi siamo in assemblea – ha spiegato –per comprendere le ragioni della fermezza del Governo nel ribadire la necessità di non modificare il sito di approdo. È indubbio che il nostro territorio stia vivendo delle criticità in ambito ambientale e sanitario. Abbiamo consegnato al ministro De Vincenti la copia del resoconto dell’assemblea e dalla cabina di regia di Roma ci hanno risposto che vi è la disponibilità a un confronto a partecipare in assemblea per ragionare sulle criticità. Il rapporto è diretto con il Governo, ma De Vincenti ha chiarito che Tap e Snam restano in seno al governo centrale, che si è detto disponibile al dialogo, al confronto e ad eventuali esplorazioni sullo stato di attuazione del Patto per la Puglia. C’è quindi questa opportunità di confronto, ma il Governo non immagina di poter apportare modifiche. Tale fermezza ha reso necessario questo incontro per fare adesso il punto della situazione”.

Come dire: “cari sindaci, parliamone, ma il tubo si farà”.

Potì: “se non siamo uniti siamo deboli”

Su questo batte i pugni i sindaco di Melendugno Marco Potì, direttamente interessato dall’approdo che la multinazionale del gas sta realizzando in queste settimane. Dopo aver disertato la precedente assemblea, Potì ha chiarito: “oggi ho deciso di partecipare per ribadire il ruolo di questa assemblea, quello di discutere dei grandi temi. Questa è una assise politica: Regione e Governo devono tener sempre presente il sentire delle comunità. Quando scrivemmo la lettera dei 94 sindaci, per dire No a quest’opera per come progettata, abbiamo chiesto incontri per trovare soluzioni avanzate”.

Potì tocca vari temi, a partire dalla bontà del fossile: “il gas è una fonte inquinante, più del carbone, e un Paese nel 2018 non può puntare a queste fonti per i prossimi 50 anni. Qualche giorno fa siamo stati sul cantiere, di una società privata, dove per accedere abbiamo dovuto superare posti di blocco, controlli e due cancellate. Lì ci hanno detto che si punta a 20 miliardi di metri cubi di gas. Le intenzioni sono chiare: Tap, SNAM, e persino il gas israeliano: vogliono fare del Salento il crocevia del gas italiano.

Nella mia città – attacca Potì – è stata sospesa la democrazia con una militarizzazione del territorio eccessiva. E quando Tap ci ha detto che altre possibilità non ce ne sono, ci hanno detto che ci sono già dei contratti commerciali con Francia, Austria e Germania. Ma è giusto seguire tali logiche? Io non voglio un territorio diviso, altrimenti qui tutti possono fare quello che vogliono, saremo sempre incapaci di prendere posizioni”.

Altra questione è quella relativa alla Centrale di Melendugno: “qui, su 12 ettari, si manipolerà del gas con momenti in cui si dovranno fare i conti con rischi per tutti. A Livorno hanno realizzato un rigrassificatore in mare aperto contro il parere di tutti, prevedendo divieti di transito, anche se ancora non ha accolto una goccia di gas. Da noi, invece, la centrale si trova a 800 metri dalla Piazza, a 1 chilometro dai paesi limitrofi, in un raggio abitato di 30mila abitanti. Ma alla base di tutto hanno messo i contratti commerciali. Da parte mia, non ci sono compensazioni che tengano, nessun baratto. E poi, ci sono ancora procedimenti in corso, proteste, valutazioni di rischio, processi: ecco perché chiedo a tutti i sindaci di mantenere l’unita e la posizione, battendo i pugni. Da Roma e dalla Svizzera stanno giocando con le nostre teste: vogliono dividerci per indebolirci”.

Sulla stessa lunghezza d’onda la Sindaca di Calimera Francesca De Vito, secondo la quale “c’è da rimanere basiti per alcuni sindaci che vanno a trattare per le compensazioni. Qui è necesssario remare nella stessa direzione e se si vuole parlare con qualcuno, si va dal Governo, non si va da TAP”.

Accoto: “no all’approdo a San Foca, ma dobbiamo decarbonizzare”

Più volte Potì chiede ai suoi colleghi di ritrovare la sintesi sul No alla grande opera, ma non tutti la vedono così. A prendere la parola, infatti, c’è stato anche il sindaco di Andrano, Mario Accoto, per il quale “c’è tutta la solidarietà nei confronti di Melendugno per un cantiere privato presidiato all’inverosimile. Siamo sempre stati contrari all’approdo a San Foca, ma Andrano non ha mai detto No al gas, perché utile al processo di decarbonizzazione del territorio”. Eccolo il nocciolo della questione secondo Accoto: “il Salento ha un altissimo tasso di CO2: la democrazia rappresentativa ha delle regole, che prevedono anche il dissenso. C’è un Governo che nella sua continuità nei decenni ha scelto di ritenere strategico l’investimento sul gas per la decarbonizzazione: a Roma il primo muro che abbiamo affrontato è stato quello governativo, per uno spostamento dell’approdo. Abbiamo dovuto prendere atto che questa possibilità non esiste più. Allora il successivo ragionamento è quello di non accontentarsi della chiusura di Cerano non nel 2030, ma di farlo subito, come primo atto di una nuova strategia energetica nazionale”.

I pareri contrari dei territorio sono alla base della questione per Carlo Salvemini, Primo Cittadino del capoluogo. “Credo che l’assemblea dei sindaci non possa che dire che è improprio esprimersi durante una conferenza dei servizi ancora in corso relativa al tratto Snam- afferma Salvemini. A livello scoiale la situazione è delicata: la tensione va incanalata, disinnescata dai sindaci per evitare episodi violenti”.

Solidarietà a Ippazio Morciano

Nel mezzo, gli interventi di altri primi cittadini, conditi dalla condanna ferma degli atti di violenza registrati negli ultimi giorni, tra cui quelli rivolti al sindaco di Tiggiano, Ippazio Morciano, segretario provinciale del Partito Democratico, raggiunto da alcune scritte intimidatorie.

Trentasette, come detto, i Comuni rappresentati stamane a Palazzo dei Celestini: Alessano, Alliste, Andrano, Aradeo, Arnesano, Bagnolo, Calimera, Caprarica, Casarano, Castrignano dei Greci, Cavallino, Copertino, Corigliano, Corsano, Cursi, Diso, Galatina, Giuggianello, Lecce, Lizzanello, Maglie, Martano, Melendungo, Melissano, Miggiano, Palmariggi, Poggiardo, San Cesario, Scorrano, Specchia, Spongano, Surbo, Taurisano, Tiggiano, Trepuzzi, Tuglie e Vernole.