Tap, la politica rompe il silenzio. Parlano i candidati sindaco di Lecce 2017


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Piazza Sant'Oronzo, gremita di gente per manifestare contro il metanodotto Tap, non reclamava strettamente il solo intervento del sindaco Perrone, assente ingiustificato da qualunque forma di protesta sull'argomento. Qualcuno, durante l'acceso comizio, ha ricordato ad alta voce: "E dove sono i candidati sindaco di Lecce adesso che c'è da prendere una posizione?". La vicenda del metanodotto della discordia coinvolge tutto il Salento, la Puglia e una nazione intera. Manifestare, affollare piazze, sbarrare il percorso del trasporto degli ulivi eradicati, finire nelle cariche della polizia, allineata in difesa del privato su un suolo che, in primis, appartiene a chi lo abita, è il fil rouge che unisce uomini e donne di una protesta che si è impadronita delle cronache nazionali. E della quale la politica è doveroso parli. 

Seguono le dichiarazioni sull'argomento rese da ciascun candidato. 

Alessandro Delli Noci, candidato sindaco di Un'AltraLecce, ha declinato l'invito a trattare la questione Tap.
 
Fabio Valente (M5S)
Come Movimento 5 Stelle, non appena insediati in Parlamento, abbiamo combattuto in tutte le sedi quest’inutile opera che viene a deturpare un territorio a vocazione turistica ed agricola e che serve solo ad arricchire le multinazionali senza alcun beneficio per la nostra cittadinanza. Il 50% della rete gas nazionale è inutilizzata, perfino ENI dichiara di essere in oversupply.  Il gas di TAP non serve l’Italia e non serve all’Italia, dal momento che continua a sfruttare una fonte fossile anziché fonti rinnovabili. Oggi abbiamo la fortuna di avere dei consiglieri regionali M5S che incalzano il Presidente Emiliano, a dire il vero più interessato alle vicende interne del PD che a quelle del suo territorio, che in campagna elettorale, nel 2015, aveva preso un impegno con la comunità locale di Melendugno per bloccare i lavori. I nostri consiglieri regionali stanno approntando tutte le migliori strategie per affrontare il problema proprio dove si decidono le sorti del nostro territorio e dove fu deciso, durante il governo Vendola, che questo gasdotto dovesse passare dal Salento. Da parte nostra metteremo in campo tutto quanto potrà servire per contrastarne la realizzazione.
 
Matteo Centonze  (Casa Pound)
Riteniamo che Tap non sia un’opera di interesse strategico nazionale, poiché non apporta alcun vantaggio tangibile alla nostra nazione. Al contrario, questo gasdotto alimenta solo interessi privati a scapito del bene pubblico,
dell’ambiente, dell’autonomia delle comunità locali.
Tap è l’ennesimo abuso da parte delle multinazionali, alimentato e sostenuto da una classe politica pilatesca, se non corrotta. Del resto, si susseguono le inchieste giornalistiche, che portano alla luce il sistema corruttivo e concussionario che tutela il progetto e ne garantisce il sostegno politico e istituzionale, tanto in ambito locale quanto nelle sedi istituzionali europee. Con il ritorno del Mediterraneo al centro degli interessi strategici internazionali, il Salento ha acquisito un’importanza rilevante nello scenario geopolitico, e presto produrremo un documento che analizzerà il contesto dal quale scaturiscono, a nostro avviso, le battaglie che il popolo salentino si trova a combattere negli ultimi anni.

Mauro Gilberti  (Centrodestra)
Ricordo una mia intervista a Niki Vendola, a Gallipoli, nell'estate del 2005. Diceva più o meno così: "Il confronto con Enel è un confronto durissimo. Non si può chiedere di uscire da un ciclo inquinante tornando all'età delle candele, e lo dico qui nel Salento. La battaglia contro Cerano, contro l'Enel, il carbone ha inquinato la politica e tanti momenti della società". La disconnessione fra palco e realtà è stata drammatica, per molti pugliesi e per il territorio.
Perché la TAP a San Foca ha nomi e cognomi: Nichi Vendola e Michele Emiliano. L'uno ne ha autorizzato l'approdo sul litorale di Melendugno, l'altro non ha fatto nulla per rimediare. Oggi Emiliano ha il dovere di lasciare da parte la demagogia, di abbandonare questo clima di congresso permanente interno al PD. Deve andare a Roma, da Renzi, e mettere in gioco la sua carriera in favore del territorio. Deve chiedere alla sua stessa parte politica di far spostare l'approdo in un'altra zona, individuata di concerto con le istituzioni del territorio. Eserciti finalmente,  ad un anno dalla sua elezione, il ruolo di Presidente della Regione. Per me la TAP non è una questione di voti ma di politica; e la politica si fa in maniera seria e coordinata nell'interesse del territorio. Per questo "ragioNO TAP": non possiamo tornare all'età delle candele. Credo che tutti i candidati a Sindaco dei Comuni del Salento debbano pretendere questa stringente integrazione del documento sottoscritto dai primi cittadini in carica.

Luca Ruberti  (Lecce Bene Comune) 

Ribadisco la mia contrarietà alla realizzazione di TAP. Contrarietà mista a disappunto, per l'inizio di lavori complementari – altamente impattanti – di opere ancora “sub iudice”. Benché il progetto del tratto a monte (il micro-tunnel di approdo) sia stato rinviato a nuova valutazione, abbiamo dovuto assistere ad una dissennata prova di forza del Governo centrale e del suo Ufficio Territoriale, a discapito del territorio stesso che – appellandosi invece al principio di precauzione – chiedeva di non dar luogo all'espianto dei primi 231 alberi di complessivi 10.000 ulivi da eradicare. Ma la contrarietà mia e di "Lecce Bene Comune" non si limita ad una questione procedurale che pure comincia a male odorare. È motivata da valutazioni politiche – ovviamente negative – sul ruolo ipertrofico dei privati organizzati in cordata multinazionale cui la politica spiana la strada anche quando si tratta di infrastrutture energetiche che, alla fine, si rivelano strategiche non certo per l'interesse pubblico ma per l'intreccio di interessi delle multinazionali stesse e delle collusioni politiche che si cominciano a intravedere. Anzi, a tutti noi costano in termini di impatto sull'economia, l'ambiente e la salute. E sulla qualità della politica stessa e dell'amministrazione della cosa pubblica.
A tale riguardo infine, segnalo che la questione è stata colpevolmente trascurata da tutti gli amministratori leccesi: il gasdotto attraverserà il territorio comunale della città capoluogo, ma nessun consigliere, di maggioranza o di minoranza, si è mai degnato di valutare il progetto ovviamente depositato a Palazzo Carafa.

 
Carlo Salvemini  (Centrosinistra)
Su TAP la mia posizione è chiara e pubblica dal 2013 e ad oggi non è cambiata: ribadisco una valutazione negativa sul progetto.  Mi interessa però aggiungere un punto importante in questa fase: l’impatto su Lecce. In città se ne parla pochissimo, nonostante il gasdotto debba attraversare le nostre campagne per più di 20 chilometri, andando ad incrociare zone naturalistiche di pregio come San Ligorio, la zona di Borgo Piave, il territorio vicino al Parco di Rauccio. Le uniche informazioni che abbiamo potuto apprendere sulla Tap a Lecce ci vengono dallo stesso progetto Snam, perchè per il Comune e l’attuale amministrazione, ad oggi, questo progetto non esiste: non è presente alcuna previsione in merito al passaggio della Tap nel Pug, non esiste nessun riferimento all’opera negli atti della amministrazione comunale che sta per congedarsi dal governo della città. In sostanza, si è deciso di lavarsi le mani di una questione così scottante, di far finta che non esista. Allora penso che anche a Lecce è ora di cominciare già oggi a parlare degli impatti della Tap, ed è ora di farlo coinvolgendo i leccesi, prima che la fretta suggerisca ancora di procedere a tappe forzate a danno dei cittadini.