Task Force occupazione. Leo Caroli «in Puglia meglio che altrove»


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«Conviene premettere che, nello scenario meridionale e nazionale, il sistema economico regionale –pur attraversato da processi di dura ristrutturazione selettiva di alcuni comparti manifatturieri ad alta intensità di lavoro, dal ricorso crescente agli ammortizzatori sociali per le loro maestranze, dal brusco e prolungato rallentamento dell’edilizia, dalla riduzione del numero del numero delle imprese iscritte alle camere di commercio e pur in presenza di sacche persistenti di disoccupazione e sottocupazione, soprattutto giovanile e femminile –  ha manifestato una più elevata capacità di resistenza rispetto ad altre aree del mezzogiorno»
 
Insomma, è una Puglia più resistente alla crisi di altre aree del sud in un fosco quadro macroeconomico nazionale quella che l’Assessore al Lavoro della Regione Puglia, Leo Caroli, ha presentato in mattinata in un Consiglio Regionale di via Capruzzi sul tema dell’occupazione. Un modo di vedere il bicchiere mezzo pieno, di soffermarsi sugli aspetti positivi di un periodo economico che dal nero sfuma verso il grigio. 
 
Si è trattato della presentazione della relazione relativa all’attività istituzionale del Comitato Regionale per il monitoraggio del sistema economico, produttivo e delle aree di crisi nel biennio 2011-2013, la cosiddetta «task force occupazione».
 
I dati che fanno intravedere la luce in fondo al tunnel secondo l’esecutivo guidato dal Presidente Nichi Vendola, a dire il vero anche oggi assente malgrado l’importanza del dibattito in Consiglio, sono i seguenti:

 
Tali migliori risultati secondo Caroli, sono stati possibili grazie alla storica diversificazione settoriale dell’economia pugliese in cui l’agricoltura nel 2011 ha avuto un’incidenza del 4,9% sul valore aggiunto di tutti i settori produttivi contro il 4,1% del Sud ed il 2,6% in Italia. Anche perché SAU-Superce agricola utilizzata dalla Puglia con 1,2 milioni di ettari è la seconda d’Italia dopo quella siciliana, «mentre  – ha proseguito l’assessore – la nostra Regione nel 2010 è risultata la prima nel Paese per numero di aziende agricole pari a 275mila diminuite dal 2000 del 18,1%, meno però del mezzogiorno ove sono diminuite del 29,6% e del 32,2% in Italia».
 
Importanti segnali, infine, sono dovuti dal consolidarsi nell’ultimo decennio dell’industria dell’ospitalità con una forte componente dell’agriturismo, del persistente dinamismo delle aziende pugliesi  che sempre più applicano la tecnologia nel settore manifatturiero, della presenza di un nucleo di grandi imprese export-oriented nei comparti della siderurgia, farmaceutica, aerospazio, chimica e apparecchi elettrici.  
 
Anche le banche secondo Caroli hanno fatto il loro dovere poiché il sistema creditizio «pur caratterizzato nell’ultimo biennio da fenomeni sempre più acuti di credit-crunch con particolare sofferenza soprattutto per le piccole e medie imprese, a causa dei vincoli cui esso è sottoposto a livello nazionale e comunitario» ha assolto alla sua azione di sostegno economico al comparto imprenditoriale.