Terremoti in Italia, ‘Non basta gestire l’emergenza, serve un piano antisismico del Governo’


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Gli avvenimenti delle scorse ore nelle regioni di Marche e Umbria ce lo hanno ricordato. I terremoti in Italia sono diventati una frequente emergenza nazionale. Ferite riaperte, dunque, dopo la tragedia avvenuta a fine Agosto. Fenomeni naturali, ma in un Paese dove la maggior parte delle case è stata costruita prima degli anni ottanta, con criteri che non tenevano minimamente in considerazione il rischio sismico. E, di conseguenza, i crolli degli edifici sono le principali cause di morte. Abbiamo assistito impietriti ai crolli dell'Aquila nel 2009, alla distruzione in Emilia nel 2012 e ora all'annullamento di paesini come Amatrice e Arquata.

Centoventisettemila morti dal 1900 al 2000 e seicentosettantacinque le vittime negli ultimi sedici anni, decine di aziende economicamente distrutte, patrimoni culturali irrimediabilmente compromessi. Questo il bilancio di una nazione che non riesce a rispondere in maniera efficiente ed efficace al problema. “L’osservazione dell’assessore ai lavori Pubblici del Comune di Lecce, Gateano Messuti, con la quale pone il problema sul dovere di intervento del Governo su di un piano antisismico non può che trovare la nostra più ampia condivisione. In Italia, alla prevenzione, preferiamo gestire l’emergenza”, sottolinea Giancarlo Capoccia, portavoce salentino dell’Associazione “Italia 0832”. “I maggiori terremoti degli ultimi 40 anni hanno prodotto 135 miliardi di danni (secondo la protezione civile) e – prosegue – per la ricostruzione ne abbiamo spesi altri 120. Un paese ad alto rischio e a bassa prevenzione su cui si investe poco”.

Non solo. “L’unica politica attuale destinata alla riqualificazione degli edifici sono state le detrazioni fiscali legate al “SISMA BONUS”, da definire peraltro in sede di legge di Stabilità 2017continua Capocciacon il quale sarà possibile detrarre fino all’85% delle spese effettuate sull'immobile per migliorare e ristrutturare nelle zone ad alto rischio sismico, occorre attuare un urgentemente adeguamento antisismico dei principali edifici pubblici situati in zone ad alto rischio come ospedali e scuole e preservare l’immenso patrimonio culturale presente nel nostro Paese”.

Con questo, non solo si potrebbe salvare la vita a migliaia di persone ma, al contempo, favorirebbe una preziosa spinta nell'occupazione del settore edilizio.

La mappatura del diverso grado di pericolosità sismica delle varie regioni italiane – conclude – è pronta dal 2004”.