Totoministri, dal Ministero del Lavoro allo Sviluppo Economico: salgono le quotazioni di Teresa Bellanova


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Altro che strada in discesa, altro che cosa fatta. Il governo-giallorosso che Giuseppe Conte è chiamato a formare deve fare i conti con numerosi ostacoli. Quello delle “poltrone” che sembrano pesare più dei programmi, quello del vice (o dei vice) su cui gli alleati stanno giocando una partita delicata e quello del voto sulla piattaforma Rousseau. Guai a pensare che il risultato della consultazione online sia scontato. Da giorni, i pentastellati continuano a ripetere che la “sentenza” dei militanti del Movimento Cinque Stelle – chiamati a decidere se dare il via libera all’alleanza con il Partito Democratico (che non riesce a nascondere i mal di pancia) – conta eccome.

Insomma, sono tanti i nodi da sciogliere prima dell’appuntamento con il Presidente della Repubblica, per sciogliere la riserva. L’idea è quella di presentarsi da Sergio Mattarella stringendo tra le mani una lista di nomi ben precisa. Nonostante l’incertezza, quindi, in questo primo lunedì di settembre riparte con più forza il toto-ministri.

Stando ad alcune voci di corridoio, sembra ormai certo il bis della salentina Barbara Lezzi che tornerebbe al timone del Ministero per il Sud, anche se resta da capire che ‘casella’ occuperà Luigi Di Maio. Se dovesse diventare vicepremier, a lui potrebbe andare il posto della sua collega grillina.

La Lezzi non sarebbe l’unica rappresentante del Salento. Dopo che Conte intervenendo alla Festa del Fatto Quotidiano ha ribadito di non volere un esecutivo solo al maschile sono salite le quotazioni di Teresa Bellanova, renziana doc, con un curriculum da sindacalista nella CGIL.

Per alcuni, quello del viceministro di Calenda nel governo Gentiloni sarebbe il volto giusto per il Mise, una casella difficile da ‘riempire’ visti gli altri nomi in corsa: ci sono democratici Paola De Micheli e Graziano Delrio.

Per altri, la senatrice – nominata sottosegretario al Lavoro nel governo Renzi – potrebbe essere la persona giusta, appunto, per il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Una valida ‘alternativa’ a Giuseppe Provenzano, dirottato verso le Politiche giovanili.  

Insomma, non sarà facile per Giuseppe Conte conciliare due anime diverse e le loro richieste né sarà facile trovare la quadra tra i tanti candidati papabili.