Il piano sulla sanità proposto dalla Regione Puglia da 450 milioni di euro è stato costruito essenzialmente attraverso una serie di tagli, 2.200 posti letto in meno, per l'esattezza. Si prevedono chiusure di piccoli ospedali e precisamente 18 in tutta la Puglia, di cui 7 nel nostro Salento; introduzione del ticket di un euro su ogni ricetta farmaceutica, con previsione di incasso pari a 80 milioni di euro in tre anni, blocco totale del turn over dei lavoratori che andranno in pensione sino al 2012. Ai risparmi sulla spesa la Regione ha dovuto aggiungere 105 milioni di euro prelevati dal bilancio ordinario per evitare l'aumento dell'Irpef e dell'imposta regionale sulla benzina. I 105 milioni sono stati reperiti attraverso emendamenti del governo regionale al disegno di legge di variazione. 45 milioni erano stati destinati a finanziare un fondo di svalutazione dei crediti, 60 facevano parte di una posta di 120 milioni che la Regione voleva destinare come anticipazione al finanziamento del Par-Fas (Fondo per le aree sottoutilizzate) ora bloccato.
Tuona, nella giornata di ieri, il no di Giulio Tremonti: "Non sarà consentito da questo governo, da nessuno, perché non è accettabile, una deriva di legislazione regionale con caratteri non coerenti con i nostri mezzi finanziaria e con i nostri impegni. – continua ancora il Ministro – "Abbiamo avuto uno scambio di idee e di documenti con la presidenza della Regione Puglia. Alla fine, la giornata si è chiusa con un comunicato del governo che riaprirà i termini per il trasferimento dei fondi pubblici europei a condizione – sottolinea – del riallineamento della legislazione regionale a quella nazionale". La risposta di Vendola? "E' un atto di sabotaggio. Un sabotaggio politico, economico e sociale nei confronti della Puglia. Paragonare la Puglia alla Grecia – ha affermato il Presidente – significa dare, da parte di un Ministro dell'Economia, indicazioni alle agenzie di rating e dare così un colpo mortale alla Puglia". Vendola, ha annunciato che farà appello al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per riportare il corretto equilibrio tra i poteri regionali e quelli dello Stato.
La questione, si spande subito a macchia d'olio, e ben presto si fanno sentire anche i nostri rappresentanti locali. "Se proprio Tremonti non può fare a meno di evocare ai pugliesi il fantasma della Grecia, – afferma l'Onorevole Teresa Ballanova – almeno ammetta che se c'è un pericolo viene dalla sua manovra che impone tagli drastici a tutte le Regioni. Non è serio da parte del Ministro dell'Economia il ricorso alla demagogia. Chiediamo al Presidente Vendola di impegnarsi a scrivere un piano straordinario per la Sanità che sia condiviso da tutti, che scongiuri il ricorso ai tagli dei posti letto e all'introduzione dei ticket, come conseguenza della manovra di Tremonti, e punti a risparmiare tagliando la burocrazia nelle direzioni generali e nelle commissioni di valutazione, e la politica".
Più dure le parole scagliate contro Tremonti dal segretario provinciale Salvatore Capone, che fa sapere agli organi di stampa "Fino a qualche anno fa era il re dei paradisi fiscali, poi si è riciclato come sponsor della finanza creativa, in seguito ha pensato bene di negare per mesi e mesi l'esistenza della crisi che stava mettendo in ginocchio il mondo intero. Oggi, sta massacrando il paese e pretende di poter salire sulla cattedra della responsabilità, coadiuvato dallo sconfitto magliese.".
In rappresentanza della voce del Pdl, interviene il Deputato Ugo Lisi: "La bocciatura da parte del Ministro Giulio Tremonti del Piano di rientro sanitario del Governatore Vendola, è la prova provata di ciò che da anni andiamo dicendo sulla gestione della Sanità nella nostra regione".