Contrastare in qualunque modo possibile le attività legate alla ricerca di idrocarburi nella zona Adriatica. E, oltre a ciò, l’impegno a dichiarare la posizione nettamente contraria dell’Amministrazione provinciale rispetto a tali scelte politiche. L’assemblea dei sindaci salentini, riunitisi oggi a Palazzo dei Celestini, si schiera con decisione a sfavore delle cosiddette trivellazioni nei tratti di mare riguardanti la costa nostrana. E, oltre a ciò – si legge nella delibera – anche “valutare ogni eventuale profilo di illegittimità degli atti relativi ai procedimenti amministrativi collegati, compresi i decreti di compatibilità ambientale rilasciati dal Ministero dell’Ambiente, con conseguente impugnazione avanti alle sedi giurisdizionalmente competenti”. Un atto, questo, che verrà trasmesso in via Capruzzi a Bari. Il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha dichiarato a più riprese la contrarietà a qualsiasi nuova trivellazione in mare. E anche il Presidente dell’UPI Puglia è dello stesso parere, auspicando “la cancellazione dei progetti di trivellazione e stoccaggio di CO2” per salvaguardare l’ecosistema del Mari Adriatico e Jonio, la pesca e l’economia turistica non solo delle città della costa pugliese, ma di tutto il territorio regionale”.
Partendo dal presupposto che la preservazione dell’ambiente, sia terrestre che marino, dovrebbe caratterizzare uno dei punti cardini del programma di ogni Stato e anche dell’Unione Europea, ciò purtroppo va a contrastare i decreto Sblocca Italia ( n.133 del 12 settembre 2014). Provvedimento che, tra le altre cose, prevede una semplificazione riguardo le autorizzazioni per la prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi, di fatto eliminando quelle che erano le competenze delle Regioni a tal proposito. L’Adriatico, mare chiuso, dagli equilibri ambientali fragili, già gravato da 78 concessioni funzionanti per l’estrazione di gas e petrolio, 17 permessi di ricerca già rilasciati nell’area italiana e 29 in fase di rilascio in quella croata cui si aggiungono 24 richieste avanzate per il tratto italiano, non può sopportare altri rischi che ne sconvolgerebbero ulteriormente il delicato ecosistema
Anche lo Jonio, avendo caratteristiche analoghe rispetto all’Adriatico, in quanto già interessato da due concessioni di coltivazione e un permesso di ricerca già rilasciati dal MISE – nonché da un permesso di ricerca e 5 richieste di indagini geofisiche in istruttoria – ai fini VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale) – presso il Ministero dell’Ambiente, non può essere esposto ai pericoli determinati da eventuali trivellazioni. C’è di più. In sede di Conferenza internazionale delle Regioni adriatiche e ioniche di Venezia del 9 novembre 2012, venne discusso un ordine del giorno in tema di salvaguardia delle coste delle regioni del mar Mediterraneo dall’estrazione di idrocarburi in mare, tanto che il Consiglio Regionale della Puglia – in data 22 settembre 2015 – approvò all’unanimità le delibere di indizione della richiesta di Referendum sulle trivellazioni petrolifere. Aventi, inoltre, quesiti relativi all’abrogazione di parte dell’art.35 del Decreto Sviluppo 2012 e dell’art.38 dello Sblocca Italia che aprono alla ricerca ed all’estrazione di idrocarburi in mare;
La Corte Costituzionale, ricordiamolo, ha dichiarato ammissibile il referendum sul quesito dell’estrazione di idrocarburi in mare con specifico riferimento alla norma che prevede che i permessi e le concessioni già rilasciati abbiano la “durata della vita utile del giacimento”. Eppure, con decreto ministeriale del 22 dicembre 2015, è stata concessa alla Petrolceltic Italia srl l’autorizzazione alla ricerca di idrocarburi a mezzo di trivellazioni nel sottosuolo marino a circa 24 Km delle isole Tremiti. il Ministero dell’Ambiente sta emanando decine di Decreti con altrettanti provvedimenti di compatibilità ambientale per progetti di prospezione e ricerca di idrocarburi con l’ausilio della tecnica dell’Air-Gun, dannosa per cetacei e pesci, nel mare Adriatico sul versante italiano. Tale pratica di ricerca, che il Governo ha autorizzato in prossimità delle Tremiti e che si ha timore venga autorizzata in altri siti del mare Adriatico e mare Jonio, può avere effetti a decine di chilometri di distanza, almeno 50 (rapporto ISPRA DEL maggio 2012), tenuto conto che le esplosioni delle prospezioni sismiche producono fortissimo rumore che investe l’ambiente marino;
La direttiva 2008/CE/56, MSFD prevede che ogni stato membro sviluppi una strategia per il conseguimento o il mantenimento del Buono Stato Ambientale dell’ambiente marino entro il 2020. Gli indicatori di “vitalità” del Mare Adriatico e del Mare Jonio attestano una situazione decisamente critica come evidenziato dal recente studio dell’Agenzia Europea dell’Ambiente “State of the Europe’s Seas”.
Sull'inziativa dell'Assemblea dei Sindaci è intervenuto il Consigliere Regionale della Puglia, Saverio Congedo: "E’ altamente meritoria e responsabile l’azione dei sindaci del Salento che, convocati in Assemblea dal presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone, hanno ribadito la volontà del territorio a contrastare con ogni mezzo democratico la minaccia delle trivellazioni nel nostro mare", afferma in una nota stampa.
La battaglia, quindi, è da considerarsi appena cominciata".