Università e territorio. Parlano i candidati sindaco di Lecce 2017


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È compito di ciascuna città universitaria che si rispetti dare la cittadinanza ai propri talenti. I vantaggi che un ateneo é in grado di offrire ai propri iscritti diventano determinanti nella scelta della sede universitaria e nelle fughe degli studenti verso il più competitivo Nord Italia.  

L'involuzione delle iscrizioni, al netto dell'offerta formativa e dei servizi erogati, rende Lecce una città che appare ancora priva di una vera identità universitaria. 

Se si volesse cogliere anche soltanto il dato meramente economico, si scoprirebbe che l'Università del Salento è la prima impresa della città, seconda in Puglia per numero di iscritti solo all'Università di Bari, strutturata in sei facoltà che aumenteranno con l'innesto del DAMS e due altri successivi indirizzi, conta dislocazioni a Monteroni, Mesagne e Brindisi. Ciò nonostante , alcun protocollo d'intesa è stato siglato tra territorio e università: coesistono semplicemente, ma non collaborano. Un modus operandi questo che, inevitabilmente, grava sulla qualità della vita degli studenti, fruitori di servizi che gli stessi definiscono insufficienti se pensiamo ai grandi atenei che, con qualche convenzione tra enti, aprono le porte delle città ai ragazzi. 

Per Lecce non è bastata la candidatura per la nomina di Capitale della Cultura Europea, vinta poi da Matera, per ridare centralità ad un progetto culturale ancora debole; servirà, con ogni probabilità, la nomina di Città del Libro 2017 che restituirà alla città la ribalta dei riflettori ed una nuova chance per attrarre giovani talenti, futuri studenti, nuove menti da istruire. Tutto quanto considerato, ripensare il rapporto tra territorio ed Università sarà evidentemente una delle sfide di valore dell'amministrazione che verrà. 

Abbiamo chiesto ai cinque candidati sindaco per Lecce di parlarne. 
 
Fabio Valente (Movimento 5 Stelle, in attesa di certificazione per convalidare la candidatura):  'Lecce è sede di una università, ma non è città universitaria. L’Ateneo deve essere utilizzato come volano di sviluppo socio economico e culturale della città, ma per la disattenzione di questi ultimi 20 anni di amministrazione siamo lontani anni luce da questo obiettivo. La città è cresciuta intorno all’Università senza che l’amministrazione attuasse una reale programmazione strategica intorno alla maggiore “azienda” cittadina, programmazione che passasse attraverso la collaborazione con l'istituzione Ateneo, si pensi che per “Lecce 2019” e per il PUG non è stata in alcun modo interpellata alcuna facoltà cittadina. La massa di studenti è stata utilizzata solo come strumento di sviluppo economico con affitti e servizi offerti dagli imprenditori e cittadini senza che per contro l'amministrazione offrisse una contropartita di servizi essenziali per una migliore fruizione della città.  Così non solo mancano "student card" ma anche trasporti efficienti, piste ciclabili per Ecotekne, biblioteche di quartiere e sale studio. 
 
Nel nostro programma la collaborazione con l'Università è uno dei punti centrali della nostra idea di città. E' necessario migliorare la vita degli studenti attraverso l’efficientamento dei trasporti, la realizzazione di una pista ciclabile che colleghi la città con Ecotekne, l'apertura di biblioteche e sale studio di quartiere fruibili anche a tarda ora e nel fine settimana. Abbiamo la possibilità di interagire con le facoltà che possano aiutare l'amministrazione ad indirizzare meglio l’azione di governo innanzitutto con la redazione di una fotografia socio-economica della città suddivisa per quartieri. E' necessario conoscere non solo la distribuzione demografica cittadina ma anche come la cittadinanza vive affinché le scelte dell'amministrazione siano mirate alla reale soddisfazione dei bisogni.

E’ necessario, inoltre, rendere appetibile la nostra Università agli studenti fuori sede. Vediamo in città pubblicità di altri atenei e la nostra amministrazione non ha supportato l'ateneo salentino con campagne in altri comuni d'Italia.
C'è molto da fare perché quasi nulla è stato fatto in questi anni!'
 
Carlo Salvemini, candidato a sindaco del centrosinistra: 'L’Università è con il Comune l’istituzione più importante della città. Queste due istituzioni devono condividere progetti e visioni di sviluppo in campo urbanistico, sociale ed economico. La dislocazione degli edifici dove si fa lezione, ricerca, dove gli studenti possono studiare e incontrarsi, dove gli studenti risiedono, ha una ricaduta molto forte sulla vita della città. Finora invece il Comune e l’Università hanno viaggiato su binari paralleli, ciascuno per suo conto. È ora di costruire un rapporto di piena e concreta collaborazione. Leggiamo dalle cronache recenti che molti ragazzi in questi anni hanno abbandonato l’idea di studiare a Lecce preferendo altre mete: le opportunità che la città gli offre, al netto dell’offerta formativa, hanno peso determinante in questo fenomeno.

Il Comune deve considerare la presenza di giovani universitari e l’opportunità economica che questa comporta come una straordinaria ricchezza. Invece in questi anni le carenze sono state nascoste dietro alcune operazioni, pur meritorie, come le Officine Cantelmo, che però sono insufficienti se si pensa che dovrebbero servire una platea di quasi 14mila studenti. I tanti “contenitori vuoti” del centro storico dovrebbero servire anche a quello: a dare corpo alla vocazione universitaria della città.'
 
Mauro Giliberti, candidato a sindaco del centrodestra: 'Dobbiamo costruire il futuro della città insieme all’Università, che rappresenta una grandissima azienda leccese in profonda crisi, perché negli ultimi sei anni le iscrizioni sono passate da 26mila a 17mila. Occorre puntare sulla ricerca e il Comune deve coinvolgere lo spessore scientifico dell'Università per intercettare i fondi europei e partecipare ai bandi. Puntiamo sulla creazione dell’Ufficio Lecce Universitaria, che garantirà una costante interazione fra studenti, proprietari di immobili, Università e amministrazione comunale. Dobbiamo migliorare i trasporti per gli studenti, dato che l’Università del Salento ha una molteplicità di sedi distribuite sul territorio; servono spazi pubblici, messi a disposizione dal Comune, che consentano agli universitari di studiare durante il weekend; gli studenti hanno bisogno di essere “coccolati” attraverso sconti, convenzioni e agevolazioni legate alla loro presenza costante in città certificata da una locazione regolare.

Vogliamo mettere in rete la domanda di lavoro e l’offerta formativa, perché attualmente assistiamo alla presenza di pochi ingegneri informatici rispetto alle richieste provenienti dal mercato del lavoro, mentre al contempo altre professioni vivono un sovraffollamento che incrementa la disoccupazione (basti pensare al numero di avvocati presenti in città). In questa direzione i 3 nuovi corsi di laurea costituiranno un'opportunità: il DAMS, Viticoltura ed Enologia e il corso di Manager della filiera turistica. Il DAMS è una grande opportunità per la quale dobbiamo mettere a disposizione i nostri contenitori culturali, a partire dall’Apollo. Per quanto riguarda il corso di Manager della filiera turistica, occorre mettere in collegamento questa realtà formativa con centro storico, borghi rurali, parchi e marine. È un’occasione per riconsiderare le potenzialità inespresse e mortificate di Acquatina a Frigole, che può diventare il grande polo di raccordo fra turismo, itticoltura, sport e università. Per Viticoltura ed Enologia, infine, il Comune deve mettere a disposizione dell’Università degli spazi di sua proprietà all'interno della Masseria Tabacchi.

Dobbiamo avere l’ambizione – come per il DAMS – di coinvolgere grandi personalità del settore (penso ad esempio al Presidente mondiale degli enologi Riccardo Cotarella, della cui amicizia mi onoro e che mi piacerebbe coinvolgere in questo progetto). Una facoltà come Viticoltura ed Enologia in un territorio come il nostro può garantire occupazione, perché è un settore in espansione e alla ricerca di personale qualificato. Comune e Università devono costruire Lecce insieme, per gli studenti e per creare lavoro'.
   
Alessandro Delli Noci, candidato sindaco a capo di numerose liste civiche e dell'Udc:  'La nostra Università deve ritornare ad essere un faro per questo territorio. Le importanti attività di ricerca che qui si svolgono, come dimostrano i molteplici riconoscimenti a livello internazionale, devono incentivare uno sviluppo economico ed essere un importante attrattive per tante imprese che possono decidere di investire qui. Di certo, è indispensabile ridisegnare le politiche del diritto allo studio e ricucire in maniera concreta ed efficace il rapporto tra Università e Comune. Per fare questo, bisogna ripartire da una pianificazione del territorio in cui l'Università ha un ruolo strategico. Occorre costituire una consulta permanente che coinvolga Università ma anche Conservatorio, Accademia delle Belle Arti, rappresentanze studentesche e Adisu – Agenzia per il diritto allo studio; una consulta che si prefigga l'obiettivo di ridisegnare i servizi partendo dalle esigenze degli studenti universitari e realizzare una "cittadella universitaria".

Già da rappresentante degli studenti e poi da Presidente delle Officine Cantelmo, mi occupai della scontistica realizzando il progetto "studiare a Lecce è scontato". Oggi quel progetto, che era legato ad un finanziamento specifico, deve diventare buona prassi e attività permanente. È nostra intenzione pensare ad una convenzione con i sindacati ed i proprietari delle case per costruire una "casa dello studente diffusa" in città, nei quartieri Santa Rosa e San Pio, casa dello studente che deve essere dotata di servizi innovativi digitali e rientrare nelle case dello studente Adisu. Per agevolare coloro che affittano agli studenti universitari con contratto regolare e per ridurre i casi di locazione irregolare è necessario che il Comune d'impegni a ridurre l'IMU. 
  
Luca Ruberti, candidato sindaco di Lecce Bene Comune:  'Se c'è qualcosa da rifondare completamente, questa qualcosa è certamente il rapporto tra amministrazione comunale e Università del Salento che con efficace metafora è stato spesso definito da "separati in casa". Una situazione imbarazzante, di cui è prevalentemente responsabile l'amministrazione di palazzo Carafa, che nuoce all’Università ma soprattutto all’economia locale. Eppure è una circostanza abbastanza rara, in una città italiana di piccole dimensioni, disporre di una Università ben quotata nei ranking internazionali e con una rilevante quota di studenti sul totale dei residenti. È bene tenere a mente che una sede universitaria in una città di piccole dimensioni genera il duplice risultato di creare un indotto (si pensi agli affitti degli studenti o alle attività convegnistiche) e produrre ricerca. Una buona amministrazione comunale dovrebbe impegnarsi dunque nella costruzione di un apposito welfare dedicato agli studenti, in modo da tenere alta l'attrattività dell'Università del Salento, soprattutto in una fase di calo degli iscritti.

E provare a trarre vantaggio dalla presenza degli stessi studenti, ad esempio nella gestione dei beni comuni e dell'offerta culturale della città. Inoltre essendo un luogo privilegiato di produzione del pensiero, l'amministrazione comunale dovrebbe beneficiarne essa stessa nella costruzione e nell'aggiornamento permanente della sua visione politica e favorire l'incontro tra università e territorio affinché la ricerca prodotta (fattore rilevante di crescita economica, che può generare flussi di innovazioni, aumento dell’occupazione e aumento della domanda di lavoro qualificato) venga acquisita in loco. Infine, una buona amministrazione dovrebbe mettere in atto azioni politiche mirate per difendere la sua università dinanzi alla tendenza in atto che vorrebbe pericolosamente mortificare la sopravvivenza degli atenei periferici'.
 
di Valentina Petrucci