Il vento della politica comunitaria soffia verso alcune novità importanti. Ad illustrarle questa mattina – presso la sede provinciale PD di via Tasso – c’era l’on. Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo. Gli Stati membri comunicano così che sia in tema di aiuti diretti agli agricoltori, sia riguardo al problema del disseccamento degli ulivi nel Salento, vi saranno interventi volti a sostenere il territorio. Nel primo caso, in ragione della nuova Riforma PAC (Politica Agricola Comune), i piani di sviluppo rurale disporranno di articolazioni più regionali; tra gli aspetti predominanti, spicca un leggero occhio di riguardo agli agricoltori under 40. Sul tema della Xylella fastidiosa, invece, l’Europa si dichiara pronta a sostenere – mediante cofinanziamenti – i costi dell’eradicazione della malattia. Il problema, però – spiega De Castro – non ha precedenti storici, pertanto avrà bisogno di una ricerca maggiormente approfondita.
Oltre all’on. De Castro, seduti accanto a lui di fronte alla stampa, anche il capogruppo consiliare PD della Provincia, Cosimo Durante; i deputati parlamentari salentini PD, Salvatore Capone e Teresa Bellanova; il consigliere provinciale PD, Roberto Schiavone, ed il segretario provinciale PD Salvatore Piconese.
«Una Pac più verde; una Pac più giovane; una Pac più equa; una Pac più giusta e una Pac più flessibile». Paolo De Castro usa questi aggettivi per definire dei nuovi regolamenti (direttamente applicabili dagli stati membri) che dal punto di vista finanziario – nonostante il taglio al bilancio varato dall’Europa – rimangono quasi invariati. Anzi, non solo la regione pugliese manterrà i 33/34 milioni di euro, ma addirittura può vantare un aumento dell’1,4%. Dettagli, si direbbe in un primo momento, ma mica tanto futili; è pur sempre denaro riservato allo sviluppo. Prima di tutto, il 30% degli gli aiuti diretti agli agricoltori è vincolato, esente da ulteriori accorciamenti fino al prossimo 2020. E poi saranno destinati solo ai “veri” agricoltori; i professionisti del settore e non quelli improvvisati. Ne si riconosce dunque la figura imprenditoriale, lontana da quei soggetti teoricamente non aventi diritto a ricevere sostegni, ora inseriti dentro una sorta di black list. Ciò non toglie, però, che il Parlamento Europeo possa decidere di aggiungerne altri, anche dalla categoria differente.
Ma è l’innovazione generazionale ad inorgoglire di più il Presidente De Castro: «E’ stato introdotto in maniera obbligatoria un aiuto a tutti gli agricoltori sotto i 40 anni – ha annunciato – costoro riceveranno il 25% in più per ogni ettaro di superficie. Questa misura vale sei miliardi di euro e vuole favorire l’aumento dell’occupazione agricola». Migliori investimenti nella più potenziale risorsa economica pugliese e salentina, ovvero l’industria agricola e agroalimentare, significa sì contribuire ad una ripresa commerciale notevole, ma anche – e soprattutto – conservare quella tipicità locale residente nella dieta mediterranea.
Risultano molteplici le particolarità della nuova PAC, come ad esempio il processo di redistribuzione convergente dei finanziamenti. Chi già ne ha presi, o ne prende abbastanza, automaticamente ne riceverà di meno; di conseguenza, chi meno possiede, adesso percepirà qualcosa in più. Ad ogni modo, il prezzo fissato gira sui 150/160 euro ad ettaro; al di sotto di tale soglia non si scende. Infine «Gli Stati membri avranno facoltà di decidere come distribuire gli aiuti, anche quelli “accoppiati”». Per intenderci, tali fondi vanno suddivisi in due categorie: i diretti e, appunto gli “accoppiati”. Per la percentuale relativa ai primi, l’Italia riceve 6 miliardi di euro all’anno, mentre invece per i secondi la quota corrisponde a 4 miliardi. Relativamente a quest’ultimi è Il Belpaese che decide a chi darli: ad esempio a settori del tipo olivicoltura o zootecnia (giusto per citarne qualcuno) poiché legati ad un determinato prodotto. Scelte convergenti, ben mirate.
Capitolo Xylella Fastidiosa. Va anzitutto specificato che si tratterebbe di un batterio. Ma il batterio non si può combattere, semmai bisogna contrastarne il vettore, ovvero le cosiddette “cicalelle”. L’idea dell’eradicazione totale è stata giustamente abbandonata, dato che «nessuno oggi ha competenza tecnica – sottolinea De Castro – per spiegare perché alcune piante infette manifestano disseccamento e altre no. Esistono anche zone in cui il batterio è stato trovato, ma non compare un singolo sintomo della malattia». Da qui la decisione, fondamentale, varata dai piani alti di Bruxelles: «Pronti a sostenere con cofinanziamento europeo i costi di eradicazione della malattia. Nell’ulivo è la prima volta nella storia che si manifesta un danno del genere, pertanto sarà bene approfondire le ricerche». Ricerche a cui – come annunciato dall’on. Teresa Bellanova – sono destinati ben 5 milioni di euro.