«Tutti dobbiamo lavorare seriamente affinché questo fenomeno venga combattuto. Sappiamo che è un tema molto delicato e non va semplificato con considerazioni che si fermano magari ad un titolo di giornale». È il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina a Foggia a tornare sulla questione della Xylella fastidiosa che avrebbe condannato a morte centinaia e centinaia di ulivi nel Salento.
Avrebbe perché – come è ormai noto – secondo la Procura di Lecce che ha bloccato le eradicazioni e iscritto nel registro degli indagati scienziati e ricercatori non esisterebbe un nesso di causalità tra la diffusione del batterio killer e il complesso del disseccamento rapido dell’ulivo.
«Posso confermare – ha concluso il Ministro Martina a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Foggia – che siamo impegnati al 100% con la Regione Puglia e con le altre istituzioni perché è chiaro che c'è da fare un'operazione di contenimento e di lavoro sul versante territoriale che ci vedrà protagonisti anche nelle prossime settimane, nei prossimi mesi».
Una cosa è certa in tutto questo caos: tocca ricominciare da zero per capire perché le piante che hanno resistito per secoli al tempo e all’incuria si sono ammalate, come mai campagne rigogliose si sono trasformate in cimiteri a cielo aperto e come si può evitare concretamente che la malattia superi i confini della ‘zona cuscinetto’ in cui si è tentato di racchiuderla.
Nonostante non si possa più parlare di «emergenza», ciò non significa che bisogna incrociare le braccia. Molti contadini attendono da tempo delle risposte e l’agricoltura salentina, già provata da mille e una difficoltà, non è ancora del tutto fuori pericolo.