Ambiente e salute:’La Procura prenda in esame il progetto TAP’, esposto della LILT Lecce


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Alla luce dei dati sullo stato di salute delle popolazioni e dell'ambiente salentino, la LILT di Lecce si è rivolta alla Procura Generale della Repubblica, affinché essa prenda in esame il progetto TAP per una approfondita analisi e conseguente valutazione”. Ebbene sì, in data  25/02/2016, alle ore 9.00, il dottor Giuseppe Serravezza, Responsabile Scientifico della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori – Sezione Provinciale di Lecce, ha presentato un esposto alla Procura  Generale della Repubblica di Lecce in merito al progetto TAP. “Al fine soprattutto – scrive lo stesso Serravezza in una nota stampa pervenutaci in redazione – di scongiurare ulteriori aggravi a danno della salute pubblica, già così pesantemente compromessa”.
 
Si ritiene infatti che il progetto abbia importanti ricadute in senso negativo sull’ambiente e quindi sulla salute della popolazione”, aggiunge, e continua dicendo:“Si considerino in particolare le emissioni onshore e offshore, cioè le emissioni PRT ordinarie (Pressure Reduction Terminal), le emissioni di emergenza non routinarie (scarico di emergenza, rottura della condotta), i fumi esausti (delle macchine e delle navi), l'impianto non rimosso – i lunghi tunnel interrati – che rimarranno alla scadenza d'uso”.
 
Di recente, questi dati sono stati autorevolmente confermati, in occasione della presentazione ufficiale (lo scorso 15 febbraio) del Report Ambiente e Salute in provincia di Lecce. “A ciò si aggiunga uno studio dell'Istituto Superiore di Sanità – prosegue – relativo all'incidenza dei tumori polmonari, che ha evidenziato un cluster di 16 Comuni del centro Salento in cui si registrava un'incidenza di 355 casi di tumore polmonare contro i 285 attesi”.
 
La stampa ha dato giustamente ampio risalto a questi dati allarmanti (oltre 4mila casi l’anno. Un cittadino su 4 a rischio di ammalarsi, recitava un titolo) e si è sviluppato, come è noto, un acceso dibattito. I riflettori sono stati puntati sulle possibili cause ambientali di questo deplorevole stato di fatto in tema di salute pubblica. “E non a torto – conclude Serravezza – poiché è scientificamente ormai acquisito che il 90% dei casi di cancro è dovuto alla presenza nell’ambiente, inteso in senso lato, di fattori di rischio oncologico.
 
“Pertanto, se nel Salento il cancro avanza e miete sempre più vittime, coinvolgendo anche fasce di età prima non toccate dalla malattia, ciò è un chiaro indizio di uno stato di sofferenza ambientale”.