Dalla parte delle donne. La Salute ‘in rosa’ al centro della seconda giornata nazionale il 22 Aprile


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La fisiologia dell’uomo non è uguale a quella di una donna, ragion per cui la medicina deve adattarsi alle singole esigenze. Una vera e propria medicina “di genere” al fianco anche delle donne, dunque, in ogni singolo giorno. E a maggior ragione in una giornata che ricorda la nascita del premio Nobel Rita Levi-Montalcini. Quale data migliore se non il 22 Aprile, allora, per istituire la Giornata Nazionale della Salute delle Donne, giunta alla sua seconda edizione. La ASL di Lecce, sensibile e attenta alle diverse sfumature legate al genere, ha presentato stamattina – presso la Direzione Generale di via Miglietta – le iniziative previste dal 13 Aprile al 3 maggio: incontri, percorsi, screening, attività informative e legate alla prevenzione. Tutto confluirà all’interno di un evento finale imperniato sulla Medicina di genere, argomento al quale l’azienda sanitaria locale ha dedicato un tavolo ad hoc composto da vari esperti. Occorre, insomma, “far comprendere  che la donna non è una ‘copia’ dell’uomo – sostiene Silvana Melli, Direttore Generale della ASL Lecce – e che le patologie, così come le terapia, possiedono caratteristiche ed effetti diversi. Ed è compito di chi si occupa di Sanità capire i meccanismi attraverso cui le differenze legate al genere agiscono sullo stato di salute, adeguando e personalizzando i percorsi terapeutici”.

Ecco tutte le iniziative:

Un impegno sviluppato in diverse direzioni, a partire dal percorso Linfedema e dalla connessa riabilitazione, curati dal dr. Giancarlo Zà, dal dr. Antonio Antonaci e dalla fisiatra Daniela Greco. Percorsi racchiusi e illustrati in un bell’opuscolo di quaranta pagine (con i disegni dell’artista Valentina D’Andrea e l’impaginazione del grafico Daniele De Paola, che hanno collaborato gratuitamente dimostrando grandissima sensibilità) che accompagnerà le donne nel post-malattia dopo l’intervento di mastectomia. Fondamentali, poi, i percorsi di prevenzione, a partire dal focus sulla frattura del femore nel più ampio quadro dell’Osteoporosi, descritta dal dr. Fabio Musca “una malattia sociale” che colpisce soprattutto le donne italiane.

Spazio anche al nuovo modello di Senologia. “Risultato virtuoso – spiega Rita Tarantino, componente del Comitato Consultivo Misto – capace di abbattere drasticamente le liste d’attesa con agende mirate e percorsi specifici per le donne, incluse le detenute della Casa Circondariale di Borgo San Nicola”. A seguire, il percorso materno-infantile illustrato dalla dr.ssa Anna Grande e la nuova architettura basata sugli studi del prof. Michele Grandolfo, “padre” del POMI (Progetto Obiettivo Materno Infantile).

“Uno scenario che chiama le istituzioni sanitarie come la ASL – ha concluso il Direttore Sanitario Antonio Sanguedolce – ad uno sforzo ulteriore nel campo dell’appropriatezza terapeutica, rafforzando nella propria programmazione l’attenzione al determinante di genere, così come al concetto di ‘centralità del paziente’ e di ‘personalizzazione delle terapie’”.