Influenza, non siamo ancora nella ‘fase clou’: la circolazione inizierà a febbraio


Condividi su

L’influenza segna il passo. In provincia di Lecce solo 750 su 1.000 i casi virali; 4mila nella regione, ma la sindrome influenzale ha messo a letto circa 160mila salentini. «Quest’anno la stagione è caratterizzata da una circolazione molto bassa dell’influenza. Non siamo ancora nella fase epidemica, che probabilmente inizierà a febbraio». Salute Salento (sul cui sito verrà pubblicato per intero il servizio) ha sentito ieri la dottoressa Maria Chironna, responsabile della “Sorveglianza virologica dell’influenza” alla Regione Puglia, dirigente dell’Oer (Osservatorio epidemiologico regionale), dove da diversi anni si occupa, appunto, della sorveglianza dell’influenza. L’epidemiologa e la sua equipe hanno rilevato che «ci sono molte sindromi influenzali ma non da virus dell’influenza. Ossia molte persone – chiarisce Chironna – si mettono a letto con tosse e febbre alta che fanno pensare all’influenza, ma in realtà non sono virus influenzali».

Il 20% circa dei pugliesi è a letto con l’influenza. Dunque? «Si chiamano tutte sindromi influenzali – specifica – e sicuramente fra tutti quei casi ci sono anche i casi di influenza. Però alcuni o molti di questi casi possono anche essere legati ad altri virus, ad altri patogeni che magari danno gli stessi sintomi». Qual è, allora, la differenza fra mettersi a letto a causa dell’uno o dell’altro agente patogeno? Nessuna, spiega sempre a dottoressa. Clinicamente, non sono distinguibili. I sintomi risultano gli stessi perché diversi agenti possono dare gli stessi sintomi e si parla in questo caso di “sindrome influenzale”. Quando invece parliamo di influenza vera e propria, presupponiamo in più che abbiamo la presenza del virus influenzale. È l’accertamento diagnostico che fa la differenza.

Capitolo isolamenti: «Rispetto all’anno scorso ne abbiamo pochissimi. Meno del 5 per cento di tutti i tamponi che  analizziamo. Quando saremo in fase epidemica troviamo il virus influenzale in almeno il 30 per cento dei casi». Nel tampone si trovano tutti i ceppi e i virus influenzali. Quindi il virus di tipo A e il virus di tipo B. Nell’ambito dei virus di tipo A ci sono poi i sottotipi: H1N1 che è più conosciuto e l’H3N2  che è l’altro virus circolante. Nei pochi casi che abbiamo accertato c’è una preponderanza del tipo A e quindi H1N1.

«Quest’anno siamo abbastanza incerti – conclude – perché non vediamo ancora l’ondata epidemica. Quando vediamo impennarsi la curva dei casi riusciamo anche a stabilire con più precisione quando sarà il picco. Sicuramente andremo ai primi di febbraio. Saremo più precisi di settimana in settimana a mano a mano che abbiamo un’idea più chiara della curva.

Quest’anno è tutto spostato in avanti».