Proseguono i gruppi di terapia e teatro presso l'Istituto Gestalt di Puglia organizzati dall'Associazione Protocaos, ad Arnesano (via De Simone 29), tenuti dal dott. Giorgio Colopi, psicoterapeuta della Gestalt, video-maker e regista teatrale. Un gruppo di terapia è un posto dove puoi permetterti di esprimere liberamente quello che senti, senza paura di essere ammonito o giudicato, senza avere sensi di colpa per aver ferito qualcuno. Un esempio di questo tipo tra i maggiormente rappresentativi, in Salento, esiste da 4 anni ad Arnesano ed è condotto proprio dallo stesso dott. Colopi. L’entrata nel gruppo è condizionata da un colloquio iniziale. Questo è possibile perché non conosci gli altri membri del gruppo e perché la regola impone di non avere contatti fuori. Tutto quello che viene detto all'interno del gruppo resta segreto e non viene giudicato da nessuno, queste sono le regole. La funzione del conduttore è, esclusivamente, agevolare il processo di apertura e consapevolezza, senza un fine precostituito e senza morale.
Chi sei quando smetti di recitare te stesso? L'esperienza ci insegna che essere spontanei non è conveniente. A partire da quella volta in cui giocando da bambini abbiamo fatto cadere un vaso di porcellana e ci hanno rimproverati. Bisogna stare attenti, contare sino a dieci, ragionare invece di essere impulsivi. Questo fa bene alla società, al quieto vivere ma non fa bene a noi. Il controllo che esercitiamo su noi stessi è reale, corporeo, fatto di tensioni muscolari che servono ad inibire le emozioni e finiscono per essere una gabbia che costruiamo da soli e che abitiamo. Ci hanno sempre detto di non piangere, di non arrabbiarci, di non correre e alla fine abbiamo imparato a farlo recitando un personaggio, un falso Sé. C'è un momento in cui smettiamo di essere noi stessi ed iniziamo ad essere “normali”. Fromm la chiama "La patologia della normalità".
Non ci interessa dire che non è giusto, anche perché forse è necessario, l'obbiettivo non è cambiare il mondo. Nel libro "Il Disaggio della civiltà" Freud scriveva che l'uomo deve rinunciare ad essere spontaneo per essere nella società, è il prezzo che paga per non essere isolato. Le regole esistono da sempre e l'autocontrollo è opportuno per stare insieme ma il rischio è confondere il personaggio con l'attore, arrivando a dimenticare chi siamo realmente. Ci interessa parlare di questa sofferenza che per qualcuno può essere intensa.
Dietro ai sintomi dell'ansia e della depressione ci sono silenzi in cui per troppo tempo abbiamo finto che tutto andasse bene, sforzandoci di essere forti e mascherando ciò che sentivamo realmente. La psicoterapia non serve ad essere normali ma ad essere liberi. L’unico cambiamento possibile è diventare noi stessi. Il paradosso è che iniziamo a star bene quando ci permettiamo, finalmente, di star male, di tirare fuori il dolore invece che trattenerlo. Scrive Paulo Coelho: “c'è una via di mezzo tra la normalità e la follia: essere diversi ed accettarsi”.