20 aprile 1986. Il Lecce strappa i sogni scudetto alla Roma

Contro la squadra più forte del campionato, lanciata verso la conquista dello scudetto, un Lecce già retrocesso ottiene la vittoria più assurda della sua storia. Sono passati 38 anni

Era il primo campionato del Lecce in serie A, allenatore Fascetti, il Lecce retrocede ultimo in classifica con appena 16 punti. Alla penultima giornata con i salentini già retrocessi in serie B c’è la partita contro la Roma di Eriksson all’Olimpico, che dopo una rimonta incredibile raggiunge la Juve in testa alla classifica e crede di potersi giocare lo scudetto nelle ultime due partite. Ma non ha fatto i conti con il Lecce che dopo lo svantaggio ad opera di Ciccio Graziani pareggia con Albertino Di Chiara e si porta inaspettatamente in vantaggio con Beto Barbas su rigore.

I romanisti non ci credono, più altro non credono alla possibilità di veder perdere in casa una squadra stellare contro una poco attrezzata e già retrocessa. E invece come ebbe a dire nel suo commento televisivo il leggendario Giampiero Galeazzi “è accaduto quello che nello sport avviene raramente, ma regolarmente quando si snobba l’avversario”. Il terzo firmato ancora una volta da Barbas gettò nel dramma lo stadio Olimpico. A nulla valse il gol di Pruzzo nel tentativo di recuperare. Vinse il Lecce e quella partita entrò per sempre nella Storia del calcio italiano. Assurda e beffarda, come la vittoria di Davide contro Golia.