Dopo mesi vissuti da ‘separato in casa’ Alessandro Camisa e il Lecce si sono detti ufficialmente addio. Questa mattina, infatti, il centrale difensivo di San Cesario e il sodalizio giallorosso hanno deciso la rescissione consensuale del contratto che vedeva Camisa legato al club di via Costadura fino al 30 giugno 2017.
Il salentino fino dall’arrivo sulla panchina di mister Pasquale Padalino è rimasto ai margini del nuovo progetto tecnico-tattico e per lui non si sono mai creati gli spazi giusti. Lui, però, in questi mesi si è allenato con dedizione e impegno, non uscendo mai fuori dalle righe. In disparte ha continuato a mantenersi in forma, non pretendendo nulla da niente e da nessuno.
Compreso, però, di non avere chance con Padalino, fino da luglio si è guardato intorno, senza però trovare la soluzione ideale per lui. Alla fine le parti si sono dette addio di forma consensuale. Camisa era tornato a Lecce nell’estate del 2015, fortemente voluto da Antonino Asta. L’allora Ds Stefano Trinchera riuscì a prelevarlo dal Vicenza dove, dopo tre anni, era diventato il capitano della squadra.
Era tornato a casa sua con la grande voglia di fare e con speranza di ripagare i colori giallorossi della gioia che gli stessi colori gli avevano regalato nella fase della sua crescita. Maturato nelle giovanili del Lecce, si laureò campione d’Italia con la Primavera di Robertino Rizzo con la fascia da capitano al braccio, fino al debutto in Serie A nella stagione 2004/05 in un Livorno-Lecce. In panchina era seduto Zeman.
Titolare con Asta, si è giocato il posto con l’arrivo di Piero Braglia, il quale lo ha utilizzato col contagocce, non rimanendo mai particolarmente sorpreso dalle sue prestazioni. Finito ai margini già dallo scorso campionato, lui, salentino doc, non è riuscito perlomeno a spronare i suoi ex compagni lanciati nel tentativo di agganciare la Serie B.
Con una rifondazione pressoché totale, neanche con il duo Meluso-Padalino è riuscito a imporsi sulla scena della retroguardia, finendo fuori rosa.
Lascia, quindi il Lecce, ma probabilmente non saluterà il suo Salento. Entrato adesso nel parco dei giocatori svincolati, voci di corridoio lo vogliono vicino al Nardò del neo-allenatore Foglia Manzillo. La formazione granata potrebbe trovare in lui il rinforzo ideale per una difesa colabrodo capace di incassare 9 nove gol in tre partite. La sua esperienza e la sua personalità potrebbero giovare alla truppa di patron Fanuli, ferma ancora a 0 punti nel girone H della Serie D.