Contro i satanelli il Lecce vede ancora l’inferno: le pagelle della disfatta di Foggia


Condividi su

Sarà ancora Lega Pro, per il quinto anno di fila. Il Lecce viene sbattuto fuori dai playoff da un ottimo Foggia, a questo punto prima candidata al grande salto di categoria. Dopo il 2-3 della gara di andata, i salentini escono con le ossa rotte anche dallo ‘Zaccheria’. Il Lecce resta in partita fino al quarto d’ora della ripresa, senza mai rendersi realmente pericoloso, poi Riverola trova l’eurogol e tutto si complica maledettamente. Inutile il gol di Caturano. Le ultime pagelle della stagione.
 
Perucchini, 6 : nulla da dire sul portierone giallorosso che avrà comunque un rose futuro. Prestazione sufficiente quella di questa sera: reagisce di puro istinto al 18’ quando si ritrova Di Chiara a tu per tu e devia in angolo. Vola sul tiro di Riverola, ma lo spagnolo pesca il jolly e manda la sfera proprio all’incrocio dei pali. Prova ad opporsi anche su Sarno in occasione del raddoppio, ma il tiro dell'attaccante rossonero è veramente forte, già destinato in rete.
 
Cosenza-Abruzzese, 5.5: più attenti rispetto alla gara di andata, controllano bene e in modo preciso per gran parte del match. Poi il Foggia trova la via del gol e la partita del Lecce diventa in incubo. I due centrali si affacciano anche in avanti, in occasione dei calci piazzati, ma si fanno notare più per qualche spinta proibita che per altro. Iemmello trova pochi spazi, ma quando lo fa i tifosi salentini tremano.
 
Legittimo, 5: dimostra tanto carattere, come ha saputo fare nel corso di tutta la stagione, ma se si ritrova un avversario più furbo e veloce di lui, c’è poco da fare. È quello che è successo al 19esimo del secondo tempo quando si perde Sarno che trova così il raddoppio per i padroni di casa.
 
Lepore, 5: il cuore non basta nel calcio, serve sbagliare il meno possibile e Checco Lepore anche nell’ultima gara della stagione ha mostrato a tratti i suoi limiti. Non incide come dovrebbe e potrebbe e più di qualche cross viene fuori sbilenco. Arretrato sulla linea di difesa in fase di non possesso, permette a Chiricò di crossare addirittura con il destro in occasione del raddoppio dei satanelli.
 
Papini, 4.5: non cambia la musica rispetto a sette giorni fa e il capitano va ancora sotto nella mediana, surclassato dal duo Agnelli-Vacca. Inventa poco, recupera ancora meno: per lui un alto incubo in maglia giallorossa. Ammonito al 16’ per un intervento in ritardo su Sarno.
 
Salvi, 4.5: al pari della gara d’andata lascia completamente le chiavi del centrocampo alla squadra foggiana. Passa gran parte della sfida a rincorrere l’avversario di turno, senza mai riuscire a imporsi. Cercato poco anche dai suoi compagni, lascia il campo dopo la mezzora della ripresa.
 
dal 33’ s.t. Carrozza, senza voto: un quarto d’ora solo per timbrare il cartellino della presenza.
 
Doumbia, 5: è suo il primo tiro in porta su azione del Lecce, al 34esimo, quando dal limite dell’area spara alto di poco. Ma la sua partita è di grande affanno e il suo mestiere, quello di puntare l’avversario e creare la superiorità numerica, proprio non gli riesce più come un tempo. È lento in più di qualche frangente e quando ha la possibilità di battere a rete pecca di lucidità: coglie la traversa prima della correzione a rete di Caturano.
 
dal 38’ s.t. Sowe, senza voto: ha solo una possibilità di calciare a rete proprio sul finale, ma si allunga troppo il pallone e perde il tempo giusto.
 
Surraco, 4.5
: sbaglia tanto, troppo, e spesso gira a vuoto. Non è assolutamente la sua migliore partita in casacca giallorossa, confermando lo stato di calo mostrato nelle ultime settimane. Contrariamente al solito commette tanti falli e ne subisce pochi, non riuscendo a imporsi come elemento di sicuro affidamento per i suoi compagni.
 
dal 26’ s.t. De Feudis, 5.5: entra in campo quando la situazione è ormai compromessa e lui non è in grado di cambiare la direzione di un’altra annata da rimpiangere.
 
Caturano, 6: gioca molto lontano dalla porta e questo condiziona tanto la sua gara, caratterizzata solo da tanta corsa e nulla più. Va in gol di testa dopo la traversa pescata da Doumbia alla mezzora della seconda frazione: sperava che il gol potesse dare il via a una clamorosa rimonta, illudendosi.
 
Moscardelli, 6.5: il bomber è ovunque. È onnipresente in difesa per dare manforte sui calci piazzati, in attacco e anche a centrocampo, dove si posizione per recuperare palle. Gara di enorme sacrificio la sua, condita anche da sfortuna e imprecisione: controlla male un pallone che in avvio di secondo tempo lo poteva mettere in condizioni di battere Narciso. Pochi minuti dopo la situazione si ripete, ma l’estremo difensore foggiano si oppone alla grande. Giallo per simulazione al 17’ della ripresa.
 
Braglia, 5: diciamolo subito a scanso di equivoci: senza Piero Braglia probabilmente questo Lecce non sarebbe arrivato a giocarsi la possibilità di promozione ai playoff. Ora, però, chiariamo anche che il calo dell’ultima parte di stagione è stato letto male dal tecnico toscano il quale, dopo aver sbagliato l’approccio della gara d’andata, questa volta riesce a tenere alta la concentrazione dei suoi uomini, ma non sorprendendo De Zerbi. Scelte pressoché scontate quelle dell’undici titolare, ma ancora una volta il Foggia vince la partita a centrocampo e con un gioco di altre categorie. Mai veramente pericoloso, il Lecce si eclissa dopo il 2 a 0 di Sarno quando lui viene anche allontanato dal rettangolo verde. Ogni riflessione sul futuro, adesso, va fatta a mente fredda e lucida.