Cinico, di cuore e capace di soffrire: il Lecce fa cinque vittorie di fila e vola in vetta. Le pagelle della gara contro la Juve Stabia


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Un’altra gara di grande carattere quella del Lecce che sul campo neutro di Caserta batte la Juve Stabia e fa cinque vittorie consecutive. La truppa di Liverani sblocca una gara molto difficile con il solito Di Piazza quasi a pochi minuti dal termine del primo tempo; nella ripresa subisce il pari, ma uno scatenato Caturano firma una doppietta in poco più di sessanta secondi. La gara si mette in discesa, ma a complicare i piani dei giallorossi si mette il 2 a 3 dei padroni di casa viziato da un evidente fallo in attacco e l’acciacco di Drudi che lascia i compagni in inferiorità numerica. I salentini però dimostrano ancora una volta di saper come soffrire, stringono i denti e portano a casa 3 punti che valgono il primato in solitaria in classifica.

La difesa 

Perucchini, 6- : nel primo tempo la Juve Stabia crea pochi grattacapi all’estremo difensore. Lui non è sempre sicuro in uscita, come la brutta palla persa al 19esimo su un cross apparentemente semplice: lo grazia il fatto che nessun attaccante avversario era nei paraggi. Poi subisce gol dai 35 metri: il tiro di Crialese è veramente forte e ben piazzato, ma da quella distanza lui si fa sorprendere. Attento, invece, al 60’ sul tentativo da centrocampo di Strefezza. Poche colpe sul 2 a 3 di Paponi.

Lepore, senza voto: una brutta botta al ginocchio dopo appena sei minuti lo mette KO. Lui prova a stringere i denti, calcia una punizione che però si spegne sulla barriera, ma al quarto d’ora alza la bandiera bianca.

dal 14’ Drudi, 6+ : entra un po’ a freddo dopo quindici minuti al posto del capitano e si posiziona come terzino destro. Una gara attenta in un ruolo che non è propriamente nelle sue corde: decisamente più concentrato rispetto all’uscita di martedì sera contro la Sicula Leonzio. Negli ultimi dieci minuti accusa un risentimento alla coscia sinistra e, finiti i cambi, è costretto a lasciare i suoi compagni in inferiorità numerica.

Cosenza, 6+: capitano dopo appena 15 minuti, è il solito roccioso che non si lascia passare niente. Ci mette personalità e carattere: sulle palle alte è difficilissimo sorprenderlo. Non sempre puntuale, però, sulle palle basse.

Marino, 6: ex di turno, viene scelto nell’undici iniziale al posto di Drudi al centro della difesa. È suo il brutto errore al 35’ quando lascia passare troppo facilmente Strefezza che per fortuna calcia al lato. Per il resto tiene a bada l’attacco campano. All’ora di gioco, sugli sviluppi di un corner, spazza sulla linea la palla del possibile 2-3. Al 73esimo cerca di proteggere palla, ma viene travolto da Simeri: il fallo è netto, ma l’arbitro lascia incredibilmente correre e la Juve Stabia accorcia ancora le distanze.

Di Matteo, 6.5: è lui il vero pendolino dei giallorossi. Quando mette il turbo diventa a tratti incontenibile e l’intesa sembra ottimale con tutti i suoi compagni. Non si risparmia mai e per fermarlo spesso le Vespe devono ricorrere al fallo: in uno scontro aereo con Lisi al 36esimo costringe l’arbitro a sventolare il cartellino giallo allo stabiese. In chiusura nessuna pecca; in pieno recupero si becca l’ammonizione per perdita di tempo.

Il centrocampo

Arrigoni, 6.5: fa da schermo alla difesa nel vertice basso del rombo di centrocampo. Poco partecipe in fase di impostazione, si dimostra prezioso in copertura. La sua presenza però emerge nel corso del secondo tempo quando, nella sofferenza generale dei suoi compagni, recupera tanti palloni.

Armellino, 6: suo il primo tiro del match, arrivato al 2’ direttamente su punizione che però termina alta sulla traversa. Non sempre spicca sulla linea mediana, ma ci mette tanto fisico. Commette l’errore di non chiudere lo specchio a Crialese in occasione del momentaneo pareggio dei gialloblu.

Mancosu, 6.5: dei tre di centrocampo è forse il più in palla di tutti. Dai suoi piedi, infatti, passano quasi tutte le azioni dei giallorossi e gli spazi lasciati al centro da Pacilli (che spesso si è allargato nella sua posizione naturale) hanno permesso al centrocampista sardo di proporsi con maggiore insistenza e pericolosità. All’ultimo secondo salva di testa, sventando l’estremo tentativo di pareggio degli stabiesi.

L’attacco

Pacilli, 6.5: un po’ a sorpresa viene schierato dall’inizio, nella posizione di trequartista a sostegno delle punte. Cerca di sfruttare gli spazi che le due punte centrali cercano di regalare lui, ma nel DNA ha la voglia di cercare spazi esterni. Non a caso il cross vincente per Di Piazza arriva dopo uno dei suoi tanti numeri funambolici. Imbecca lui la ripartenza immediata del Lecce dopo l’1-1, servendo al meglio Di Piazza che vede bene Caturano tutto solo e prima di uscire lancia alla perfezione Caturano per il 3 a 1.

dal 59’ Tsonev, 6: dato tra i titolari alla vigilia, entra nel corso del secondo tempo e viene provato alle spalle delle due punte. Nell’ultima parte di match è costretto agli straordinari in fase di contenimento.

Di Piazza, 7: ha il merito di sbloccare una partita rognosa, scorbutica. Lo fa forse nel miglior momento della Juve Stabia, ribadendo in rete una respinta di Branduani a seguito proprio di un suo colpo di testa: la sua media è da extraterrestre, con 5 gol in cinque partite. Serve anche l’assist vincente per il 2 a 1 di Caturano: chapeau. Esce stremato a un quarto d’ora dal termine.

dal 75’ Torromino, 6.5: gettato nella mischia per dare freschezza all’attacco, sfiora il gol al minuto 88 da un bel tiro da posizione defilata, Branduani si rifugia in angolo. Quando il Lecce resta in dieci, si sacrifica lungo l’out destro per dare manforte alla retroguardia.

Caturano, 7.5: gara difficile per il centravanti di Scampia che con Di Piazza prova a creare spazi agli incursori del centrocampo allargandosi spesso. Quando però si creano gli spazi giusti lui non perdona: sigla l’immediato sorpasso al 52esimo con il piattone tutto solo servito da Di Piazza, dopo un minuto concede il bis restando glaciale a trafiggere l’estremo difensore avversario, trovato alla perfezione da Pacilli.

Liverani, 7.5: una gara difficile da decifrare e complicata da sbloccare quella di oggi in terra campana. Lui inizia con alcune scelte che sorprendono, su tutte quella di posizionare Pacilli dietro alle punte. L’esperimento non offre rassicuranti garanzie e quando lo capisce la partita cambia. Più defilato, infatti, Super-Mario diventa imprendibile. Questa volta il blackout difensivo dura solo pochi minuti, anzi pochi secondi: quelli necessari per rimettere la gara sui binari giusti dopo il momentaneo pareggio stabiese. La riscossa veemente è il sinonimo di un carattere che il Lecce si sta imprimendo nel sangue. Nel finale i giallorossi restano in dieci uomini (Drudi acciaccato) e danno l’ennesima dimostrazione di aver imparato anche a soffrire. Daje mister!