La vetta è bellissima. Grazia e cinismo, il Lecce vince nel segno di Marconi


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Capelli lunghi, freddezza sotto porta, senso del gol e giocate d'alta scuola. Il profilo del calciatore che ieri ha regalato i tre punti al Lecce – contro la Vibonese – non può certo riassumersi in queste poche caratteristiche. Eppure, se il buongiorno si vede dal mattino, allora i tifosi giallorossi possono dormire sonni tranquilli. Michele Marconi ci ha messo davvero poco a guardagnare la simpatia della piazza leccese e non solo grazie alla sua semplicità e a quel look da bravo ragazzo. Bensì perché, proprio come il collega di reparto Salvatore Caturano (e chissà, da adesso in avanti magari anche rivale), i gol realizzati pesano come un macigno. Quella “perla” balistica di Reggio Calabria, unitamente alla segnatura decisiva rifilata alla formazione di Vibo Valentia, porta la responsabilità di un primo posto in classifica da mantenere saldo a tutti i costi.

L'entusiasmo dei leccesi è alle stelle, sebbene sia doveroso restare coi piedi per terra. Non per scaramanzia o altri scongiuri connessi. La motivazione di evitare fantasiosi voli pindarici risiede nel fatto che il campionato deve ancora terminare. Vietata ogni previsione lontana dal verdetto del campo, dunque. Certo è, però, che un merito andrebbe riconosciuto alla rosa gestita da mister Padalino; ovvero quello d'aver sopperito causa infortuni vari alla mancanza del duo Torromino-Caturano (che nel girone d'andata ha letteralmente giganteggiato) tramite le alternative subentrate dalla panchina. Doumbia ne è l'esempio lampante. Anzi, adesso il francese viene considerato una pedina indispensabile nello scacchiere tattico leccese. E Marconi, qualora dovesse dimostrare continuità nelle prestazioni (e soprattutto nelle marcature), diventerebbe tutto fuorché una seconda scelta.

Dunque, la sensazione è questa. Anche di fronte ad eventuali defezioni, passi falsi o errori che, vivaddìo, in una stagione possono starci, il Lecce saprebbe bene come reagire. Merito del gruppo e di una società attenta; di un tecnico preparato e abile nel gestire lo spogliatoio; di un mercato di riparazione compiuto con intelligenza (Costa Ferreira, Agostinone e Marconi lo testimoniano); di una tifoseria calda che, comunque vada, resterà sempre accanto ai propri beniamini. Morale della favola, le premesse per raggiungere un obiettivo importante esistono tutte. Il Foggia resta alle calcagna e a Francavilla servirà un'altra partita della vita. “D'ora in poi, tutte finali”; quante volte abbiamo sentito pronunciare una tale frase ai calciatori durante le interviste? Ebbene, nella maggior parte dei casi non è detta per mera circostanza. Un atleta, certe sensazioni le percepisce. Forse, sostenere che contro la Virtus inizierà il primo ciclo di “finali” non sarebbe del tutto errato.