
È triste precipitare nell’abisso della classifica dopo un inizio così bello. A settembre il “Via del Mare” gridava “Champions League“, mentre adesso con la zona retrocessione alle porte chiede addirittura il cambio dell’allenatore. Tutto normale, è la storia del Lecce in serie A e di tutte le squadre provinciali che si ritrovano con pochi mezzi a doversi giocare un campionato terribile. C’è chi parte bene e poi crolla, chi ha un avvio incerto e poi si rilancia. L’anno scorso erano in 5 squadre a giocarsi la salvezza, quest’anno sono 8, perché nemmeno per la Salernitana il campionato è già finito con 10 partite ancora da giocare. E allora bisogna andare avanti e lottare per la salvezza.
Lottare come Antonino Gallo, giovane difensore a tutto tondo, veloce, dotato di buon tiro e grande dribbling, che nelle ultime giornate sta sfoggiando prestazioni da grande campione. Lui che veniva contestato, irriso, fischiato e maltrattato dalla curva e dalla tribuna, lui che ha avuto la fiducia degli allenatori, Baroni l’anno scorso, D’Aversa oggi, ed è stato in grado di meritarsela. A volte bisogna avere coraggio e crederci e non curarsi troppo delle malelingue, che ovviamente imperversano anche nello sport, e abbondano nel calcio. Se l’allenatore di turno avesse dato ascolto alle critiche e ai cori Antonino non sarebbe esploso e il Lecce avrebbe un’arma in meno con cui affrontare la difficile battaglia.
Belle quelle lacrime a fine partita, le lacrime di chi ha dato tutto e ci crede davvero, di chi è un professionista serio e un sano ragazzo del Sud. Da quelle lacrime può rifiorire il finale di stagione che tutti ci aspettiamo.