Le pagelle di Catanzaro – Lecce. Cercasi Curiale disperatamente, Carrozza si ‘mangia’ il pari


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Non mette la quarta il Lecce di mister Braglia che dopo tre successi consecutivi si ferma proprio sul più bello contro l'ultima in classifica. Eppure i giallorossi erano partiti bene, con un bel primo tempo impreziosito dal vantaggio di Doumbia. Bene gli esterni, la coppia di centrali in difesa e la volontà di Moscardelli. Poi il black-out e nella ripresa i padroni di casa ribaltano il risultato. Latita, ancora, Curiale. E finisce con la vittoria dei calabresi per 2 a 1.

Perucchini, 5: nel primo tempo il Catanzaro, e la sua difesa, lo lasciano inoperoso. Ha le sue colpe, tuttavia, sul pareggio di Gianpá: esce timidamente dalla sua posizione mandando in tilt la retroguardia salentina. Sbaglia anche il rinvio che porta al fortunoso vantaggio catanzarese.

Legittimo, 6-: quanto carattere per il terzino rinato con la cura-Braglia. Prima frazione dove corre da una parte all'altra, fronteggia con spavalderia gli avversari e quando può sale a portare i suoi centimetri nell'area di rigore avversaria. A freddo nella ripresa si perde clamorosamente Gianpá in occasione del pareggio calabrese e si disperde inesorabilmente.

Gigli, 5.5: nel primo tempo in coppia con Cosenza è un muro invalicabile. Nella ripresa dormita generale della difesa e dopo appena 50 secondi è facile per Gianpá trovare l'1-1. Brividi anche al 51' quando fa sgusciare via l'avversario lasciandolo a tu per tu con Perucchini. Giallo per lui al 60'. Si getta in avanti nel recupero, ma senza impensierire Grandi.

Cosenza, 6- : bene primo tempo, meno nel secondo. Nei primi 45 minuti, infatti, non fa passare nulla, nemmeno uno spiffero d'aria. Quando si porta dalle parti dei sedici metri avversari ci arriva anche con qualche conclusione insidiosa. Poi, nella ripresa, resta negli spogliatoi, venendo anche ammonito al 58'. Appena prima di essere sostituito ci mette la testa nel sorpasso calabrese.

dal 77' Carrozza, 4.5: cosa sbaglia al 91' a porta totalmente sguarnita. È l'unica volta che si affaccia nell'economia della partita e lo fa nel peggiore dei modi.

Lepore, 5.5: soldatino pendolino. Macina chilometri sulla corsia destra e con il tempo anche l'intesa con Vecsei migliora. Solito incaricato per i calci piazzati, ma entra in affanno quando è chiamato a contenere. Ammonito al 18' per un brutto intervento. Sul pareggio dei padroni di casa lascia troppo spazio al cross di Razziti.

Suciu, 5.5: chiamato a sostituire Papini, meglio in fase di contenimento che di impostazione. Nel secondo tempo si eclissa completamente. Ammonito al 12' della seconda frazione.

De Feudis, 5.5: Suciu non è certamente Papini, ma oggi va in affanno più del solito. Doveva essere il regista, ma ha perso il ciak tipico del mestiere.

Vecsei, 6- : caparbio al 6' quando irrompe sulla corsia destra sfiorando il gol. Gli addetti ai lavori sapevano tutti del talento del giovane ungherese, e adesso lo apprezzano anche Braglia e tifosi: corsa e agilità sempre a disposizione. Inizia il secondo tempo sottotono, come tutti i suoi compagni, e poco dopo Braglia lo richiama in panchina.

dal 63' Surraco, 5.5: difficile per lui tornare in campo a gara compromessa e dopo un periodo di stop. Ci mette voglia, ma nulla più. Ammonito al minuto 82.

Doumbia, 6: finalmente torna al gol Dudú, e che gol! Un destro perfetto, al volo, dal limite dell'area che bacia il palo alla destra di Grandi e gonfia la rete. Veloce sì, ma a lungo andare incespica tra i suoi stessi dribbling. Velenoso il suo destro all'85' quando fa la barba al palo.

Curiale, 4.5: ha ragione Braglia, l'ex Frosinone e Trapani deve aiutarsi da solo. Più di confermare lui tutta la fiducia facendolo giocare più non si può: ancora inspiegabilmente in ritardo. A scuola la maestra ai suoi genitori direbbe ‘Davis è intelligente, ma non si applica'.

dal 63' Freddi, 5.5: troppo poco per poterlo adeguatamente giudicare. Entra quando il Catanzaro ha dalla sua l'inerzia del match.

Moscardelli, 5.5: una vera ruspa quando decide di mettersi in mezzo tra la palla e gli avversari. Soliti tocchi di grande classe, ma quando i compagni attorno a lui non girano, ne soffre anche lui.

Braglia, 5.5: sorprende tutti ancora una volta e, nonostante il rientro di Freddi, lui, gran credente della difesa a tre, mantiene una linea difensiva composta da quattro elementi. Compatti e corti, i giallorossi nel primo tempo, poi il pareggio a freddo nella seconda frazione forse gioca un brutto scherzo, con i salentini che entrano in confusione, e forse lo fa anche lui. Opta per un 3-5-2 ma non riesce a trasmettere la giusta rabbia ai suoi: è la prima volta che il suo Lecce subisce gol, e se questi sono gli effetti…