Il Lecce è ancora vivo. Contro il Brescia i giallorossi si impongono 3 a 1 grazie alle reti di uno scatenato Lapadula (doppietta in 45′) e Saponara. Con una formazione ancora decimata, Liverani riesce a mantenere accesi i suoi dopo il KO contro il Genoa: i giallorossi partono a mille, sbloccano il risultato e controllano. Nella ripresa il tecnico romano si copre forse troppo presto e il Brescia prova a rimettersi in carreggiata: per fortuna una grande giocata di Tachtsidis offre il contropiede per il 3-1 finale, ma dal derby di Genova arrivano cattive notizie.
Gabriel, 6: il pallone tirato da Jagiello che prima colpisce il palo e poi si insacca brucia ancora sulla sua, sfortunata, schiena. Ha del miracoloso il suo intervento sul tiro Zmrhal al 23esimo con cui, con l’aiuto del montante, difende il vantaggio. Nella ripresa rischia un gollonzo facendosi scappare la palla dalle mani, ma rimediando proprio sulla linea. Non può nulla, invece, sul gol da distanza ravvicinata di Dessena.
Rispoli, 6: tenuto a riposo contro il Genoa, ritrova un posto tra i titolari. Qualche impaccio, a volte è impreciso, ma tutto sommato regge bene. Nella ripresa qualche affanno quando il Brescia alza i giri e lui non spinge più.
Lucioni, 6.5: lì dentro è sempre onnipresente. E’ l’uomo in più in ogni occasione: lui da il via alla manovra, le prende tutte di testa e spesso va in anticipo sul duo Torregrossa-Donnarumma. Nel secondo tempo cala un po’ di intensità, ma è sempre il baluardo della difesa.
Paz, 6.5: ammonito al 17esimo, è un giallo che però non lo condiziona. Solo un paio di sbavature, ma in copertura è sempre corto e attento. Sfortunato all’ora di gioco quando un rinvio sbatte sulla sua faccia con la palla che resta lì e Dessena accorcia le distanze.
Donati, 7: con il rientro di Rispoli si ri-sposta a sinistra, ma il risultato è sempre lo stesso. Giulio è sempre una spanna sopra gli altri: lotta, perde pochi contrasti e non indietreggia di un centimetro. Quasi sempre in anticipo sull’avversario.
Tachtsidis, 7: solo 26′ nelle ultime quattro uscite, ma con la squalifica di Petriccione tocca a lui mettersi in regia e orchestrare la manovra. La rapidità d’esecuzione, è noto, non è il suo forte, ma lui gestisce palla sempre con sapienza, senza correre grandi rischi. Nel momento più delicato del match, subito dopo il gol del Brescia, lancia – con un grande anticipo – il contropiede di Saponara. Una giocata (e una partita) stavolta super.
Barak, 6.5: tanti tiri contro il Genoa, ma imprecisi. La sua è sempre una prestazione di sostanza, di rottura. Da una sua giocata che manda fuori tempo il Brescia, nasce l’azione del raddoppio. Anche stavolta sciupa il gol nel finale, sparando su Joronen.
Mancosu, 6: rigore sbagliato, poi il pareggio, ma inutile. Aveva il dovere di mettersi alle spalle la cocente delusione del “Marassi” ma al 12′ sciupa una clamorosa occasione a tu-per-tu contro Joronen, ben servito da Lapadula. La sua prestazione, comunque, è sempre di alta intensità, ma sotto porta ha perso sicurezze e lucidità.
Saponara, 7: in attacco le soluzioni sono a dir poco contate e così, dopo Genova trova la seconda maglia da titolare consecutiva. La sua è la solita prova generosa, ma stavolta ha il grande merito di riportare sul doppio vantaggio i suoi dopo che il Brescia aveva accorciato le distanze, rimettendo sui binari giusta una partita che rischiava clamorosamente di sfuggire via.
Falco, 6.5: Farias ha alzato bandiera bianca e, quindi, la fantasia può arrivare solo da lui. Si accende ad intermittenza ma è da una sua pennellata che giunge l’assist vincente per Lapadula. Si muove tanto, ma è costantemente ‘punzecchiato’ da Liverani che prima di sostituirlo gli urla: “sei un foglio di carta!”
dal 58′ Majer, 6: entra nel corso della seconda frazione con l’idea di spezzare ogni velleità lombarda. Ammonito al 78esimo.
Lapadula, 8: l’infortunio di Babacar lo costringe ad accorciare i tempi del recupero. Va in campo da subito caricandosi il peso dell’attacco sulle spalle e stavolta si prende tutta la scena. Sblocca il risultato con un imperioso stacco di testa al 22esimo quando, servito da Falco, salta più in alto di tutti e tiene accesa la fiamma della speranza. Dieci minuti dopo si ripete, stavolta, di prepotenza, in risolvendo una serie di rimpalli. Regge solo 45 minuti che, però, sono decisivi.
dal 45′ Shakhov, 6+ : entra per la ripresa con il compito, per quanto possibile, di allungare la sua squadra. Mostra qualcosa di veramente buono, andando a recuperare più di qualche pallone, sradicandolo dai piedi avversari. Prezioso il suo apporto anche se non decisivo.
Liverani, 7: il KO di Genova rischiava seriamente questa volta di tagliare le gambe ad un Lecce che per salvarsi deve sperare in qualcosa in più di un miracolo. Invece, proprio come aveva chiesto, i giallorossi giocano una partita da subito all’arrembaggio. In campo dal 1′, viste le tante defezioni, ci va l’unica formazione possibile: Lapadula non delude mai e in soli 45 minuti rifila due reti alle rondinelle, mettendo la gara in discesa. Nella ripresa, però, il mister si copre troppo presto, aprendo il fianco ad un Brescia senza nulla da perdere, che accorcia le distanze e che mette in apprensione la retroguardia salentina. Una grande giocata di Tachtsidis, però, dà il via al gol di Saponara che, di fatto, chiude i conti. Il Lecce è ancora vivo, continua a sperare, ma il Genoa vince anche il derby e la zona salvezza resta distante sempre 5 punti.















