Giocatori che costano dieci volte di più e allenatore strapagato per esprimere un calcio qualsiasi, probabilmente degno di categorie inferiori. Questa è stata la Lazio a Lecce.
Arbitraggio ‘sanza nfamia e senza lode’, certamente mai indulgente con la squadra giallorossa che ancora prima dell’inizio del campionato gli ‘intenditori’ e i sapienti vedono già condannata alla serie B. Eppure questa squadra di rango inferiore vince dominando su una big, allenata da uno che più o meno inconsapevolmente ha anche vinto uno scudetto e che molti tratteggiano come un profeta del calcio moderno.
Profezie evidentemente smentite e tradite dalla realtà dei fatti che racconta la storia di formiche che mettono ko il leone.
È bella la storia di questo sport, a volte capitano “cose turche”, e va molto bene così, perché quando il risultato è secondo giustizia allora lo sport più bello del mondo diventa realmente tale, e non c’è bisogno di maestri, ma solo di bravi allievi che riescono laddove nessuno li vorrebbe vedere arrivare, perché il gusto è tutto in ciò che è politicamente scorretto, senza profeti e senza il profumo dei soldi.