Questo è il Lecce: brutto, impossibile e senz’anima


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Chi si aspettava un Lecce capace di far dimenticare la figuraccia di Rieti si è dovuto ricredersi poiché quello visto contro i cugini della Fidelis Andria allo stadio "Degli Ulivi" è stato il solito Lecce senza anima e svogliato per tutti i 90 minuti. Da non crederci, a tratti, si son rivisti i giallorossi dei giorni più cupi quando in campo scendevano undici fantasmi lasciando negli spogliatoi testa e gambe.
Anche se la classifica rimane intatta per i pareggi delle dirette concorrenti, il Lecce non profonde quel gioco che gli consentirebbe di fare il salto di qualità, anzi, rischia di compromettere anche un eventuale mini torneo play-off.

La partita è condizionata dalle pessime condizioni del terreno di gioco ma ciononostante i salentini partono convinti che il match possa essere alla loro portata, ma è mera illusione e solo dopo un quarto d'ora Moscardelli di testa spedisce di poco il pallone sul fondo. Cinque minuti più tardi ci prova Lepore che ben servito da Salvi trova l'opposizione di Ferrero appena all'interno dell'area piccola. Al 32° il bomber di Mons reclama sonoramente per una trattenuta all'interno dell'area ospite, ma l'arbitro non è dello stesso parere e non concede il penalty. Al 44° l'Andria fa sul serio  con Cianci e solo la bravura dell'estremo difensore giallorosso nega la gioia del gol. Il primo tempo è scarno di cronaca anche se i salentini per lunghi tratti hanno dettato legge senza però rendersi quasi mai pericolosi nei sedici metri a causa di un inspiegabile calo fisico di alcuni dei suoi e non è un caso se Surraco, Curiale e Lepore termineranno la partita prima del tempo.
 
La seconda frazione si apre con la squadra locale trasformata e non appena passano due minuti ecco che l'Andria, sugli sviluppi di un calcio d'angolo, colpisce in pieno la traversa con Cianci grazie al più classico dei colpi di testa. Il Lecce appare frastornato e al 15° i biancazzurri ci riprovano con Onescu il cui tiro però termina fuori. Cinque minuti più tardi il Lecce si scuote con Papini che, dopo essere stato servito da Surraco con un preciso colpo di tacco, lascia partire un bolide senza però creare eccessive preoccupazioni alla retroguardia andriese con il pallone che si perde alto sulla traversa. Al 25° Perucchini alza davvero la saracinesca ai danni di Tartaglia che di testa a botta sicura si vedrà parare miracolosamente la palla dal portiere giallorosso che sarà protagonista per tutto il resto della gara. Il gioco dei salentini è farraginoso, complicato, senza testa né coda e questo l'Andria lo comprende bene tanto è vero che con l'ex Ferrero si rende nuovamente pericolosa con un colpo di testa che però termina alto. Il Lecce con l'ingresso in campo di Diop, Vecsei e Beduschi riesce a raddrizzare il gioco e a tenere palla, ma non impensierisce più di tanto la difesa biancazzurra. Il match termina a reti bianche ma quello che più preoccupa, non è stato il secondo pareggio consecutivo contro due squadre abbordabili, ma di non aver visto un Lecce diverso da quello di Rieti, anzi ancora più brutto e questo è davvero devastante.

Ivan Vedruccio