Buio pesto Lecce: a Verona un tracollo senza sangue. Le pagelle


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Contro l’Inter è stato solo un fuoco di paglia. Il Lecce torna brutto e contro il Verona raccoglie altri tre palloni dalla propria rete, senza mai rendersi pericoloso. A parlare sono i numeri: solo due tiri in porta, una manciata di azioni, 0 calci d’angolo e possesso palla insignificante. Gara resa ancora più dura da un’espulsione di Dell’Orco e da un cambio inspiegabilmente conservativo di Liverani. Male tutti.

Gabriel, 5.5: tra i migliori in campo una settimana fa contro l’Inter, resta fermo sulla linea di porta quando il Verona passa in vantaggio con Dawidowicz. Pochi secondi dopo, però, evita il raddoppio gialloblu con un doppio intervento di istinto. Poi si arrende dopo una botta alla schiena e deve lasciare il campo.
dal 27′ Vigorito, 5: mandato in campo a sorpresa e in modo repentino, non fa in tempo a compiere nessuna parata che Pessina lo punisce per il 2 a 0. In avvio di ripresa, stavolta, dice ‘no’ al numero 32 di casa. Nel finale travolge Amrabat: rigore con Pazzini che lo batte ancora.

Lucioni, 4.5: cala vistosamente rispetto a sette giorni fa. Si perde l’inserimento di Dawidowicz che vola più alto di tutti nell’occasione dell’1 a 0, ma poi prosegue con una serie di errori in impostazione. In chiara giornata-no, esce poco prima della fine del primo tempo.
dal 41′ Majer, 6: c’era bisogno del suo ingresso per suonare la carica a una squadra moribonda. Ha evidentemente più gamba rispetto ai compagni e all’ultimo secondo della prima frazione colpisce una traversa dopo un gran tiro che avrebbe meritato maggiori fortune. Ma da solo può poco.

Rossettini, 5: in linea con il resto della squadra, va in difficoltà sotto i colpi rapidi degli scaligeri. In occasione del secondo gol, c’era Mancosu su Pessina, ma l’inserimento del centrocampista gialloblu arriva proprio sulla sua mattonella.

Dell’Orco, 4.5: tra i centrali e quello che sbaglia di meno, ma anche lui va in affanno davanti a un Verona che sa esattamente, e a memoria, cosa fare. Nel secondo tempo la combina grossa: due cartellini gialli in dieci minuti e Lecce in dieci.

Rispoli, 4.5: dalle sue parti l’Hellas, con Lazovic soprattutto, fa praticamente ciò che vuole. Saltato puntualmente come un birillo, impalpabile in fase di spinta. Complicata la sua conclusione al 52esimo quando, servito sulla corsa da Babacar, la alza in curva.

Donati, 5: scivola ancora lungo la corsia sinistra, ma oggi va sotto anche lui. Il Verona, proprio come nella gara d’andata, sfrutta al meglio le ali e stavolta nemmeno lui riesce a contenere a dovere.

Tachtsidis, 4.5: un po’ a sorpresa torna tra i titolari dopo la panchina della scorsa settimana, complice anche il forfait di Petriccione in rifinitura. Ammonito già dopo un quarto d’ora, non azzecca un lancio lungo, sempre manna dal cielo per Silvestri. Inesistente in fase di schermo, in pieno recupero si fa male al ginocchio destro ed esce con le lacrime agli occhi.

Deiola, 5: dopo due buone prove, oggi anche lui non arriva alla sufficienza. Prestazione confusa, disordinata e poco attenta. Da un suo salto a vuoto nasce l’azione che porta il Verona in vantaggio.

Mancosu, 4.5: l’eroe (anche) contro i nerazzuri, agisce da mezzala poco meno di un tempo. Con l’ingresso di Majer, infatti, avanza alle spalle delle due punte. Male alla mezzora quando non contiene Pessina che realizza il suo secondo gol al Lecce, dopo quello messo a segno un girone fa.

Lapadula, 5.5: pronti-via, viene fermato da un fuorigioco che ‘annulla’ una giocata sciagurata, a tu-per-tu con Silvestri, ma sbagliando clamorosamente la scelta della giocata. A fine primo tempo ha una buona occasione, ma il suo piattone è troppo angolato.

Babacar, 4.5: la pazienza con lui i tifosi la stanno per finire. Completamente fermo sul colpo di testa di Dawidowicz che insacca al 20′, non riesce a rendersi pericoloso. Per un attaccante, davvero un brutto spettacolo. Dopo il rosso a Dell’Orco, esce per far spazio a un difensore.
dal 68′ Meccariello, 5.5: entra a venti minuti dal termine per ristabilire l’equilibrio in difesa e per difendere i soliti due gol di svantaggio.

Liverani, 4: stesso modulo, stessi uomini, ma netto passo indietro sul piano del gioco e della corsa e così fa davvero male. Contro l’Inter il 3-5-2 ha dato ottime risposte e così lo ripropone anche oggi, contro una squadra altrettanto ordinata come quella di Juric, rinunciando però a Petriccione, fermato da una botta alla caviglia proprio in rifinitura. Ma il Lecce è praticamente irriconoscibile: molle, senza idee e senza grinta. Poco prima dell’intervallo inserisce Majer, torna al 4-3-1-2 ma la musica non cambia. Anzi, con l’inferiorità numerica si fa sempre più stonata con il sacrificio di un attaccante e l’ingresso di Meccariello: un cambio no-sense considerato il punteggio. Due punti nelle ultime sette gare: salvasi così dovrà essere un’impresa epica.