Appena arrivato, ma già fermato dall’emergenza sanitaria. L’esperienza leccese di Nehuen Paz era partita sono i migliori auspici, ma lo stop del campionato lo ha costretto a rallentare il suo inserimento nel gruppo giallorosso, anche se – a sua detta – l’ambientamento è stato rapidissimo.
“Sono un po’ stanco di essere rinchiuso in casa, come tutti credo – confessa Paz. Ho vissuto una Pasqua certamente diversa, in linea con le giornate che stiamo vivendo in questo periodo. La mia famiglia è in Argentina (dove la situazione è un po’ più ottimistica), anche se con me ho mio padre: non ha fatto in tempo a ripartire quando è scoppiata l’emergenza. Da lui ho preso le origini in italiane: mia nonna è siciliana.
Mi manca tanto il calcio, gli allenamenti, i miei compagni, il ritiro e le partite. Mi manca anche la mia famiglia e la mia fidanzata. Spero che presto potremmo tornare alla normalità”.

Ora per lui il lavoro prosegue in solitaria, tra esercizi in salotto e sprint in garage.
“Mi alleno in casa ogni giorno – spiega. Lavoro sulla forza e sulla corsa. Sto attento anche all’alimentazione: il nostro nutrizionista ci ha dato i consigli giusti, puntando soprattutto a carne, riso e pesce. Per il resto del tempo ascolto musica e divoro serie tv”.
Il giorno dopo il suo approdo dal Bologna, Paz ha esordito nel finale di gara nel poker rifilato al Torino: un bel battesimo al “Via del Mare”, a cui hanno fatto seguito le partite contro Napoli e Spal, dove è subentrato sempre per difendere il prezioso successo.
“A Lecce mi trovo benissimo: è una città bellissima, proprio come mi avevano raccontato. Ho scelto di venire qui perché l’ultimo giorno di mercato mi ha chiamato Meluso trasmettendomi grande fiducia: era quello di cui avevo bisogno. E’ stata una decisione importante dopo un paio di buone partite con il Bologna, ma il Direttore ha saputo motivarmi. Per me è un orgoglio indossare questa maglia. L’accoglienza nello spogliatoio è stata eccezionale, mi sono subito sentito a casa. Con chi ho legato di più? Forse anche per questioni di lingua, mi sono da subito trovato bene con Bryan Vera.
Con la mia personalità penso di poter dare una mano alla squadra, dentro e fuori dal campo. I tifosi? Già dalla prima volta che sono entrato al “Via del Mare” mi è sembrato di essere a casa, in Argentina: c’è molto calore e molto entusiasmo. A loro dico di resistere ancora: presto torneremo nel nostro stadio, a difendere questa categoria“.
Piccolo excursus anche sulla sua carriera: “nasco difensore centrale, abile di testa, col piede mancino. Venire a giocare in Italia non è stata solo una scelta, ma una fortuna: il campionato italiano resta sempre tra i top del calcio mondiale. Ho sempre guardato all’Italia con interesse, fin dai miei esordi con gli All Boys di Buenos Aires. Poi so che da Lecce sono passati tanti argentini, come Pasculli e Barbas: mio padre mi ha sempre parlato di loro”, conclude Nehuen Paz.