Scaramanzia a parte, i salentini hanno sempre avuto un po’ di difficoltà con gli incontri clou, specie nell’infuocato torneo di serie C.
Alcuni calciatori che compongono la rosa che attualmente milita in serie A sono stati testimoni oculari di quanto accaduto in quei sei anni di inferno. Anche con la Fiorentina, per esempio, era una di quelle partite da vincere a tutti i costi, ma i salentini hanno tirato i remi in barca prima ancora di scendere in campo. Ripercorriamo la storia dei giallorossi e di quegli incontri importanti terminati, purtroppo, male.
Dopo la doppia retrocessione dalla A alla C per illecito sportivo sono seguiti sei lunghissimi anni nell’inferno della Lega Pro/Serie C, ma sotto la guida del tecnico Liverani i giallorossi hanno conseguito un doppio salto non programmato che li ha riportati in paradiso.
Sconfitte molto importanti come quelle con Alessandria o Foggia ai playoff, lo schiaffo di Benevento, le debacle a Ischia, Viareggio, San Marino o Francavilla Fontana (con l’ex Abruzzese nei panni del match winner) oppure i ko interni con L’Aquila o Sudtirol. Mancherebbe anche il 3-0 a Catania che segnò la fine del breve ciclo di Roberto Rizzo e l’inizio di quello di Liverani.
Il primo anno di Lega Pro e la promozione mancata
Al suo primo anno di Lega Pro il Lecce si presentava con una squadra schiacciasassi, composta in gran parte da giocatori che l’anno prima avevano disputato la Serie A proprio in giallorosso e inseriti nel più agevole Girone A, dove l’antagonista principale pareva essere solo il Trapani, unica altra squadra del Sud presente. Dopo un girone d’andata spettacolare e ben 12 punti di distacco sulla seconda, nel ritorno il Lecce dilapida tutto il vantaggio arrivando allo scontro diretto in casa con i siciliani a pari merito, ma in vantaggio in virtù della vittoria dell’andata. Bogliacino porta avanti i giallorossi di mister Toma, ma una doppietta di Matteo Mancosu (fratello di Marco) su errori marchiani della difesa regala tre punti e primato (conservato fino a fine stagione) ai siciliani di Boscaglia, gettando il Salento sportivo nello sconforto. Nella finale playoff col Carpi, dopo aver perso l’andata 1-0, il Lecce doveva solo vincere per ottenere la promozione in B. Dopo il vantaggio di Bogliacino, però, è il Carpi a fare la partita e a meritare il pareggio: la punizione di Kabine passa attraverso la barriera incredibilmente aperta e si insacca alle spalle di Benassi sotto la Nord. A nulla serve l’ingresso di Chevanton col braccio destro fasciato e immobilizzato. A fine gara la rabbia diventa incontrollabile, scatenando una violenta invasione di campo che purtroppo passerà alla storia come una delle pagine più brutte del calcio leccese.
La bolgia del “Matusa”
Il palo colpito da Beretta ancora trema in quello che fu lo stadio Matusa di Frosinone. Il punto di svolta di quella maledetta partita avvenne mentre il Lecce era in vantaggio proprio grazie a Beretta e da quel palo in poi sarà il Frosinone a comandare il gioco. Ai supplementari, sempre Beretta si fa espellere per doppio giallo e il Frosinone passa due volte contro una difesa a dir poco arrendevole. L’invasione di campo dei supporter di casa prima ancora che l’arbitro sancisca la fine del match scatena una rissa da saloon. Ne fanno le spese Diniz (espulso) e Lerda, reo di aver colpito un tifoso frusinate con un pugno, verrà squalificato per 7 mesi. Il tutto davanti agli occhi increduli e sconcertati di un settore ospiti completamente gremito per la finale di ritorno dei playoff promozione.
La sconfitta di Fracavilla nel 2017
Nella stagione 2016/2017, dopo un avvio di campionato promettente, alla 30° giornata il Lecce di Padalino cade clamorosamente a Francavilla Fontana e perde il primato in favore del Foggia. Due giornate dopo è di scena proprio il derby allo Zaccheria dove però i giallorossi in pratica non scendono mai in campo, consegnandosi inermi ai satanelli per tutti i 90 minuti e scendendo a -4 punti dalla vetta. Un secco tre a zero che non lascia scampo a recriminazioni, ma dopo il quale il tecnico foggiano del Lecce si intratterrà a metà campo a complimentarsi con gli avversari (alcuni anche suoi ex calciatori) tra sorrisi e abbracci inopportuni. Un atteggiamento mal digerito dalla tifoseria che da lì in poi inizierà una pesante contestazione ai danni del mister, incrinando definitivamente il rapporto tra lui e la piazza. Con il Foggia ormai in fuga verso la promozione diretta, Padalino verrà esonerato il 27 aprile dopo la débacle interna col Messina di Lucarelli e sostituito da Roberto Rizzo, sconfitto a sua volta dopo i calci di rigore contro l’Alessandria ai quarti di finale dei playoff. Questa è storia! Ora col Genoa è necessario non ripetere gli stessi errori che possano compromettere, ancora, la permanenza in serie A, i trascorsi negativi non devono prendere il sopravvento, la sfida contro i “Grifoni” è una finale, non sprecarla Lecce.
Intanto prosegue la preparazione di Capitan Mancosu e compagni in vista della sfida. Nella giornata di ieri la squadra si è ritrovata sul campo dell’Acaya Golf Resort & SPA. Assente Rossettini, sono stati a riposo Deiola e Tachtsidis. Hanno lavorato in differenziato Falco, Farias, Meccariello e Calderoni.
Deiola, vista la persistenza il dolore ginocchio sinistro, ha deciso, dopo consulto tra i sanitari dell’U.S. Lecce e del Cagliari Calcio, di sottoporsi a eventuale intervento chirurgico.
Calderoni, invece, si è sottoposto ad esami strumentali presso lo Studio Quarta Colosso, che hanno evidenziato una contrattura muscolare del bicipite femorale della coscia sinistra.