Contro il Pisa è stato uno dei migliori in campo, ha sovrastato tutti nei duelli aerei e ha sfiorato il gol dopo appena 90 secondi di gioco, solo che Livieri, estremo difensore dei nerazzurri gli ha strozzato l’urlo di gioia in gola. C’è voluto un po’ di tempo perché si riprendesse dagli infortuni, poi, una volta tornato in campo con continuità, l’improvvisa operazione di appendicite che lo ha fermato nuovamente, ma adesso che è totalmente a disposizione, Kastriot Dermaku, si è dimostrato una delle frecce in più nella faretra di questo Lecce.
“Sicuramente quando sono arrivato a inizio anno serviva un po’ di tempo per entrare in condizione, poi, quando ho iniziato a giocare con continuità c’è stata l’operazione di appendicite, sapevo di dover stare fuori, ma ero contento perché la squadra continuava a rimanere sempre tra i primi posti, avrei preferito disputare la stagione in toto, ma nel calcio accadono queste situazioni”, ha affermato il centrale di difesa italo-albanese
“Ho già giocato in A con il Parma, ho fatto 18 partite e ci siamo salvati con sei giornate di anticipo, ma conquistare il massimo campionato dopo averlo sudato sul campo dà molta più soddisfazione
Ringrazio Lucioni per le belle parole avute nei miei confronti, Fabio è un leader dello spogliatoio, ma non si può lasciare il lavoro a una sola persona e chi ha più esperienza cerca di dare una mano, la forza di quest’anno è stato il sostenerci per tutto il tempo e questo ha fatto sì di arrivare fino a qui e superare anche i momenti difficili.
Quando sono stato ricoverato, mi sono reso conto di come tutto il Salento tifi per questa squadra, ho sentito l’affetto nei miei confronti, tantissime persone mi hanno sostenuto durante la degenza.
La spinta ricevuta dal pubblico contro il Pisa è stato un grandissimo valore e per chi viene giocare e trova questo ambiente è difficile, l’ho provato personalmente quando ho giocato contro il Lecce anche in Serie C.
Per il momento siamo la miglior difesa, ma è merito dell’intera squadra, centrocampisti e attaccanti si sacrificano e questo fa la differenza, se c’è da difendere o attaccare lo si fa sempre insieme, si gioca in 11 e se non si lavora all’unisono non si fa nulla.
L’attaccante più difficile che ho marcato è stato Harry Kane quando l’ho incontrato con la Nazionale ed è stata veramente dura.
La settimana che ha preceduto la gara con il Pisa è stata intensa, perché venivamo dalla sconfitta di Reggio e a livello emotivo si sentiva, ma abbiamo lavorato così intensamente che sapevamo di poter vincere, alla vigilia ero sereno, anche se non sapevo se avrei giocato o meno.
La parata di Livieri sul mio colpo di testa? A dire il vero è passato così poco tempo che non mi sono disperato, forse se fosse avvenuta in un altro momento sarebbe stato diverso, ma per me è stato un segnale che avremmo segnato, sono stato contento che sia andato in gol Lucioni, è come se la marcatura la avessi fatta io.
In questa stagione tutti siamo stati sullo stesso livello, anche chi ha giocato meno. Blin che adesso gioca con continuità, quando non scendeva in campo, si è sempre allenato a 200 all’ora, per noi chi gioca anche solo cinque minuti è importante, è un messaggio che abbiamo lanciato, perché è questa la forza del gruppo, essere sempre tutti protagonisti.
Con il Vicenza sarà una gara difficilissima, loro devono vincere e sarà una battaglia, l’importante è pensare di non aver fatto qualcosa o raggiunto l’obiettivo, non bisognerà sottovalutare nulla e andare in campo come le altre volte.
L’errore più grande sarebbe quello di scendere sul terreno di gioco e pensare agli altri, bisogna fare come contro il Pisa, poi ci è andata bene perché i risultati sono stati a nostro favore. Se c’è da raggiungere un obiettivo bisogna vincere. Fare calcoli sarebbe l’errore più grosso”.