Zitti tutti, parla Scavone: “Grazie popolo giallorosso con il tuo affetto mi hai riempito il cuore”


Condividi su

Ha fatto prendere a tutti un grandissimo spavento, venerdì sera, Manuel Scavone, centrocampista altoatesino, classe ’87 che, dopo appena pochissimi secondi di gioco, appena sei, della gara contro l’Ascoli, dopo un contrasto di gioco con Giacomo Beretta, ha perso conoscenza facendo tremare le persone presenti in campo e quelle che affollavano gli spalti dello stadio “Via del Mare”.

Fortunatamente, come si dice, tutto è bene ciò che finisce bene e grazie soprattutto all’alta professionalità e all’intervento tempestivo dello staff sanitario presente in campo, tutto si è risolto con una grossa paura e qualche acciacco, ma nessuna conseguenza ben più grave.

A pochi giorni di distanza, dopo le dimissioni dall’ospedale dell’esterno in forza ai giallorossi, questa mattina si è svolta una conferenza stampa per aggiornare tutti sulle sue condizioni e per spiegare nel dettaglio come si è mossa e ha operato la macchina dei soccorsi.

“Ho pensato questa fosse una buona occasione per incontrarci dopo giorni difficili. Dopo aver passato le ore più delicate, ci sembrava opportuno fare una conferenza per ringraziare tutti i protagonisti di una vicenda sfortunata, ma conclusa in maniera felice”, ha affermato il presidente di “Via Colonnello Costadura”, Saverio Sticchi Damiani.

“Siamo orgogliosi tutti per la professionalità del nostro staff che ha dimostrato di essere da Serie A. Ringrazio Mauro Balata presidente della Lega di B che con Gravina, Presidente della Figc, hanno dato vita a un evento unico dandoci la possibilità di rinviare la gara. Mi ha colpito il lato umano di tutta la vicenda, il Lecce Calcio è una famiglia, abbiamo sofferto tanto e adesso siamo pronti a voltare pagina con più unità e a rituffarci sul campionato. Manuel ci ha fatto prendere uno spavento, ma ho avuto dimostrazione di un aspetto umano che già conoscevo. Tantissimi, infatti, sono stati i messaggi da parte di moltissime società e dei loro tifosi”.

È stata poi la volta del Responsabile sanitario del sodalizio salentino, Peppino Palaia: “Il nostro è stato un lavoro di squadra dove tutti hanno fatto il proprio dovere con sincronismo perfetto. Ho sempre creduto in questo approccio in caso di emergenza. Già negli anni ‘80 qui a Lecce abbiamo sempre ritenuto che la rianimazione fosse importantissima tant’è che il dottor Montinaro già allora portava sul campo il defibrillatore semiautomatico. Per quel che riguarda l’arrivo dell’ambulanza si è svolto tutto secondo protocollo; è stata chiamata, infatti, solo dopo che i parametri di Manuel si erano stabilizzati, aveva ripreso conoscenza e rispondeva agli stimoli.  Un grazie a tutti, speriamo che non avvenga più, ma nel caso noi saremo sempre lì pronti”.

Successivamente ha preso la parola il medico sociale, Giuseppe Congedo: “Ci ritroviamo qui oggi con il sorriso sulle labbra. È stata una situazione drammatica, ma risolta in maniera brillante. Sono stati momenti tremendi e per quel che mi riguarda è stata la prima volta, ma ciò che mi ha colpito è stata la coordinazione negli interventi. Ognuno di noi, da subito, ha fatto qualcosa per rimettere in sesto Manuel e ci siamo riusciti. È stata una grandissima cosa che mi ha fatto pensare circa l’efficienza di tutti i protagonisti. Per quel che riguarda la ripresa del calciatore nei prossimi giorni faremo una consulenza specialistica con l’ortopedico, poi decideremo come muoverci.

La parola, quindi, è stata data al primo accorso sul campo per dare i primi soccorsi, il fisioterapista Graziano Fiorita: “Mi preme ringraziare, in primis, il presidente che essendo attento alla nostra formazione ci fa frequentare i corsi di primo soccorso e rianimazione. Il secondo ringraziamento va ai medici perché se sono riuscito a fare le cose in maniera corretta è merito loro. Ma del resto è facile raggiungere questi risultati quando si gioca con Messi e Cristiano Ronaldo…”.

Ultimo a parlare, infine, l’involontario protagonista di tutta la vicenda, l’esterno di centrocampo, Manuel Scavone: “Devo fare una serie di ringraziamenti. Per primo al popolo giallorosso per i messaggi di affetto. Un popolo che mi ha fatto sentire il suo calore e mi ha fatto capire il suo affetto e questo mi ha riempito il cuore. Ringrazio anche i tifosi avversari. Alla famiglia del Lecce, tante volte si usano parole non confermate nella vita reale, ho sentito la vicinanza di tutta la società e ciò mi ha dato tanta forza. Ai miei compagni, anche se non c’era bisogno di questo episodio per capire che siamo un gruppo fantastico di cui mi fa piacere far parte. Infine, ma non per mancanza di importanza, a tutte le persone che hanno parlato fino a ora, all’equipe sanitaria e a quella del pronto soccorso perché tante cose non le ricordo, ma da quello che mi hanno detto se adesso sto bene devo ringraziare loro per i trattamenti ricevuti.

Non ci sono state tante parole per quel che è accaduto, ho due bambini piccoli che mia moglie ha lasciato a casa e che non ho visto finché sono rimasto in ospedale, perché non potevano entrare in rianimazione, non ci sono state grosse parole, ripeto, ma forti abbracci. Mia moglie da casa ha passato brutti momenti.

L’ultimo ricordo che ho è il minuto di raccoglimento e il fischio di inizio, poi nulla e mi sembra una cosa distante.

Al dottore Congedo ho chiesto quando sarei potuto tornare perché il calcio è la mia passione, spero di farlo il prima possibile perché voglio dare una mano ai compagni per raggiungere l’obiettivo. Questo pomeriggio li incontrerò nuovamente e non vedo l’ora che accada.

Ho sentito Ciceretti solo tramite messaggio perché non è stato semplice parlare in questi giorni per i messaggi e le chiamate ricevute, a cui non ho risposto, è brutto dirlo, per stare un po’ in tranquillità.

Quello con Beretta, con il quale ho giocato, è un episodio che in campo accade spesso. Quando ci siamo rivisti in ospedale mi ha detto che gli dispiaceva molto, ci siamo abbracciati e sorriso perché non c’era bisogno di chiarimenti”.