La capolista c’è. Con un’altra prestazione di puro carattere, il Lecce impatta in casa nello scontro diretto contro il Catania e, forse, ha anche qualcosa da recriminare. I giallorossi partono bene, ma alla prima ripartenza dei forti avversari, si vedono concessi contro un rigore che Lodi provvedere a realizzare. Sembra non esserci la giusta lucidità, ma nel secondo tempo e Matteo Di Piazza a sparigliare le carte sul tavolo e a far saltare il banco: suo il gol del pareggio definitivo dopo una progressione da vero centometrista. Per Liverani prosegue l’imbattibilità e la testa della classifica resta a +4. Nulla è ancora deciso.
Perucchini, 6: inizia molto sicuro di sé, con un paio di uscite alte che danno sicurezza al pacchetto difensivo. Bella la sua deviazione in angolo su Caccavallo al 12esimo, ma non riesce a trattenere il potente tiro di Di Grazia da cui poi nasce il penalty per gli ospiti. Spiazzato da Lodi dagli undici metri.
Lepore, 6: il capitano paga un primo tempo non ai suoi soliti livelli. Un paio di accelerazioni, un contrasto vinto, ma tanti cross fuori misura. Meglio nel secondo tempo, credendoci fino alla fine nei 3 punti.
Cosenza, 6.5: è grazie a lui, il gladiatore della difesa, che il Lecce regge l’urto di un Catania fisico e tecnico. Si dimostra il fratello maggiore di Riccardi, andando a togliere le castagne dal fuoco al giovane scuola Hellas in un paio di circostanze particolarmente insidiose. In un paio di occasioni, però, non è posizionato al meglio. La foga agonistica viene fuori fuori anche sotto il tunnel degli spogliatoi nel corso dell’intervallo. Nel secondo tempo è un vero duello di nervi con l’ex compagno Curiale.

Riccardi, 6+ : Davis Curiale è veramente un cliente scomodo che però lui riesce a contenere come può. Si attacca all’ex di turno quasi con una ventosa, ma è in fase di impostazione che viene meno la lucidità. Tanti, infatti, i passaggi o troppo corti, o troppo lunghi.
Di Matteo, 6.5: è suo il fallo su Caccavallo che costa il calcio di rigore del vantaggio etneo. Unico neo di una prestazione volenterosa, grintosa, condita da vari spunti lungo l’out sinistro. Dimostra ancora una forma fisica invidiabile e quando parte palla al piede, può davvero succedere di tutto.
Arrigoni, 6.5: lo stakanovista dei giallorossi, mette ordine e acume tattico nello schiacciare dei padroni di casa. Armellino consente lui di muoversi con ampiezza, mentre Mancosu lo aiuta non poco in fase di schermo davanti alla difesa. Il suo sangue freddo è quello che consente al Lecce di mantenere la lucidità anche nei momenti più critici.
dal 47′ s.t. Marino, senza voto: entra all’ultimo minuto per far fronte all’ultimo attacco degli etnei.
Armellino, 6+: fermo ai box per squalifica domenica scorsa nell’impegno di Coppa Italia, l’ex Matera torna tra i titolari. La solita prestazione con tanto lavoro sporco la sua, in cui avrebbe solo potuto pigiare il piede sull’acceleratore in alcune circostanze. La sua presenza però a tratti si fa sentire eccome.
Mancosu, 6+: come suo solito, ci mette non poco prima di girare a pino ritmo. Primo tempo da “giramento di scatole” il suo: molti passaggi sbagliati, tempi non sempre azzeccati e imprecisioni varie fanno persino pensare a una sua sostituzione. E invece, il mister conferma in lui la fiducia che lui ripaga alla grande: è lui al 21esimo della seconda frazione, infatti, a rubare palla alla mediana siciliana prima di imbeccare con l’assist vincente Di Piazza per il gol dell’1 a 1.

Costa Ferreira, 6- : ci si attendeva di più da portoghese che a tratti sembra avulso dalla manovra. Palla tra i piedi, però, è sempre imprevedibile anche se crea pochi spunti interessanti per i suoi compagni d’attacco. Esce dopo dieci minuti dall’inizio del secondo tempo.
dal 12′ s.t. Tsonev, 6; il talento bulgaro si rende pericoloso con una conclusione che illude i 17mila del “Via del Mare”. Tutto sommato una prova ordinata e senza eccessi.
Torromino, 6: inizia la partita correndo su ogni pallone, ma senza riuscire a creare particolari pericoli a Pisseri e alla sua difesa. Del duo d’attacco di partenza, però, sembra essere quello più in palla, ma ad avvio di ripresa lascia il posto a Di Piazza.
dal 13′ s.t. Di Piazza, 8: era la sua gara, se lo sentiva. Morde il freno inizialmente dalla panchina, ma quando Liverani si accorge che serve spregiudicatezza e imprevedibilità, si accorge che Di Piazza fa al caso suo. Entra e in velocità è letale: Mancosu lo lancia alla perfezione al 20esimo, lui brucia tutti e trafigge Pisseri con un diagonale letale. Apoteosi per lui (ma anche un cartellino giallo dopo la maglia tolta in occasione del gol).
Caturano, 6+ : parte con il turbo, con movimenti azzeccati che rischiano di mandare in tilt la retroguardia etnea. Peccato, però, che viene servito poco e male e per questo non riesce mai a rendersi veramente pericoloso. Ci mette tanto fiato, tanti polmoni, e alla mezzora del secondo tempo viene richiamato in panchina.
dal 30′ s.t. Dubickas, 6: l’attaccante lituano rileva anche oggi Sasà. Si muove in modo interessante e non sfigura affatto.
Liverani, 6.5: per la partita delle partite, il mister opta per l’undici titolare forse più collaudato di tutti. Il Lecce inizia con la verve giusta, macina gioco e idee, ma alla prima, vera, ripartenza del Catania, arriva il calcio di rigore che sblocca il match. Ed è qui oggi il limite messo in mostra dai giallorossi: in occasione di contropiede avversario, la difesa spesso e volentieri e mal piazzata, regalando calci piazzati agli ospiti. Si accorge, quindi, che i suoi non girano come lui vorrebbe, in po’ per la tensione, un po’ perché davanti c’è un avversario veramente forte. Si gioca la carta Di Piazza e il palermitano cambia l’economia del match: alla fine arriva la pioggia, anche di applausi.
