Il grande Lecce di Zeman

In quella stagione in Serie A il boemo prese il posto di Delio Rossi e portò nel capoluogo salentino un calcio di stampo offensivo e spettacolare.

Era l’estate del 2004 quando, con un “coup de théâtre” inaspettato, l’allora presidente del Lecce Rico Semeraro avrebbe pensato a una pazza e bellissima idea per la squadra salentina, ossia quella di puntare su Zdenek Zeman come allenatore dei giallorossi. Il tecnico boemo, un amante del Sud Italia, aveva già lavorato da tecnico in varie realtà del Meridione, Napoli e Salernitana su tutte negli anni precedenti. L’idea di poterlo portare al “Via del Mare” fu elettrizzante, soprattutto per la concezione di calcio che porta dietro di sé il tecnico della Repubblica ceca, un allenatore di stampo offensivo e spettacolare.

Quella stagione in Serie A vide dunque Zeman sedersi sulla panchina del Lecce per prendere il testimone di Delio Rossi, un allenatore che si era sempre ispirato a lui e che aveva già messo le basi per un 4-3-3 veloce e dinamico. Nell’epoca in cui la Juventus e l’Inter, l’attuale favorita alla vittoria del campionato secondo le quote sul mercato del calcio, si giocavano lo Scudetto, il Lecce fu protagonista di una bellissima stagione alla fine della quale arrivò all’undicesimo posto dopo una serie di grandi prestazioni. Il grande merito di Zeman, oltre che quello di proporre un gioco vibrante e concreto, fu quello di valorizzare al massimo dei giovani talenti. Il primo fu senza dubbio Valeri Bojinov, pescato giovanissimo dal talent scout Pantaleo Corvino, che lo aveva portato in Salento a quindici anni. Dopo aver esordito in Serie B il bulgaro trovò con Zeman un assetto tattico ideale per riuscire a esplodere, e non a caso nel gennaio di quella stessa stagione Bojinov, adesso diventato anche lui allenatore, fu acquistato dalla Fiorentina, che avrebbe scommesso forte sul talento del bulgaro, il quale però non si sarebbe mai espresso come con il boemo.

L’altro grande talento fatto sbocciare alla grande da Zeman fu Mirko Vucinic, attaccante montenegrino dall’ottimo tocco di palla che in quell’annata storica al Lecce spiccò come il massimo realizzatore con 19 reti totali, il record assoluto per un attaccante salentino nel campionato di Serie A. Il montenegrino classe 1983 avrebbe vissuto anch’egli la sua miglior stagione di sempre, a livello realizzativo, alla guida del boemo, un allenatore che non avrebbe mai dimenticato, come lui stesso ha ammesso in vari momenti. Già dotato di un’ottima tecnica individuale, Vucinic fu esaltato alla grande dal calcio elastico e diretto di Zeman, grazie al quale realizzò il definitivo salto di qualità che lo avrebbe poi portato a giocare alla Roma e alla Juventus, squadra con la quale avrebbe poi vinto anche due titoli nazionali.

Quel Lecce fu probabilmente il più bello di sempre per i tifosi giallorossi, i quali erano sicuri di andare allo stadio ogni domenica per divertirsi e provare a vincere contro qualsiasi squadra. In quella stagione i salentini realizzarono ben 67 reti, cifra seconda solamente alla Juventus e che fotografa perfettamente la potenza offensiva di una squadra alla quale Zeman aveva dato non solo identità di gioco ma anche e soprattutto bellezza.



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