
“Sarà per me un onore poter rappresentare l’Italia ai Campionati del Mondo in Giappone. Sono veramente grato alla Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali per avermi dato questa splendida opportunità. Ancora una volta, darò il massimo, non tanto per vincere, quanto per dimostrare che i limiti sono solo barriere mentali che possono essere superati con il sacrificio, l’impegno costante e l’allenamento quotidiano”.
La notizia che tutti gli sportivi italiani e i salentini in particolare stavano aspettando è arrivata: Carlo Calcagni, per tutti e per sempre ‘il Colonnello‘, è tra gli atleti a cui la Fispes ha affidato la maglia azzurra in occasione dei Campionati Mondiali di Atletica paralimpica di Kobe in Giappone, che si terranno dal 17 al 25 maggio 2024.
La rappresentativa selezionata su proposta del Direttore Tecnico nazionale Orazio Scarpa comprende 9 atleti.
“Ancora una volta, il mio obiettivo non sarà vincere, benché non disdegni certo la vittoria, ma essere d’esempio per chi vive, come me, una situazione di vita compromessa dalla malattia –afferma Carlo Calcagni -. Non mi stancherò mai di ripetere che si può vivere bene anche se affetti da una malattia cronica, degenerativa, irreversibile, come il sottoscritto. Gareggiare in Giappone permetterà di diffondere la conoscenza del frame runner come strumento di ausilio, nonché per gareggiare, come faccio io’.

La storia di Carlo Calcagni è più che conosciuta, per certi versi è esemplare. L’elicotterista salentino, ufficiale dell’ Esercito Italiano, insieme a tanti colleghi, fu impiegato nella Guerra dei Balcani senza protezioni, nella missione internazionale di pace della Nato, sotto l’egida delle Nazioni Unite. Calcagni aveva il compito di pianificare, organizzare ed effettuare tutte le missioni di volo necessarie in quel teatro di guerra, in supporto al Contingente Italiano, tra cui ricognizioni, trasporto e missioni Medevac (evacuazione medico sanitaria) svolgendo il più nobile dei servizi alla collettività, cioè salvare vite umane, civili e militari, recuperandole da terreni altamente contaminati dalla presenza dell’uranio impoverito e da tanti altri tipi di metalli pesanti che l’uranio genera quando impatta sui bersagli ed, esplodendo, sviluppa temperature che superano abbondantemente i 3000 gradi, temperature elevatissime capaci di “sublimare” la materia (la trasformano in polveri talmente piccole da essere più sottili dell’aerosol). Da allora Carlo Calcagni ha combattuto contro la malattia e contro la burocrazia ma tramite lo sport ha ‘lucidato’ il suo connaturato carattere ferreo così da diventare un punto di riferimento per l’intera comunità che gli è stata accanto nelle sue battaglie.
Oggi con la convocazione ai campionati del mondo paralimpici di Kobe da parte della Fispes si chiude quasi un cerchio oppure se ne inizia uno tutto nuovo per Calcagni.
‘Se con il mio esempio e con il mio messaggio avremo raggiunto anche solo uno dei tanti che ne avrebbero bisogno e avremo riacceso in lui il lumicino della speranza in un domani non certo scevro della malattia, ma illuminato dalla fiducia e dalla motivazione, carico di entusiasmo e passione, impregnato di voglia di fare e di mettersi in gioco, nonostante tutto e tutti, allora io sarò soddisfatto, indipendentemente dai risultati di Kobe. Restituire la dignità alla persona umana, che merita sempre e comunque di essere valorizzata nella sua unicità di essere eccezionale permetterà a tutti di credere in un futuro migliore, in cui nessuno sarà davvero lasciato indietro.”