Gaetano Scirea moriva 26 anni fa. Ma il mito vive ancora


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Il Corriere della Sera dedica una pagina oggi all’anniversario della morte del grande calciatore Gaetano Scirea, ma sbaglia la datazione di 10 anni, almeno per alcune ore, finchè, l'errore non viene corretto. Per carità sbagliamo tutti e può farlo anche il miglior quotidiano italiano, ma stando al titolo “Gaetano Scirea se ne andava 36 anni fa…” si verrebbe a creare un paradosso temporale che lo stesso giocatore certamente non avrebbe gradito. Eh sì, perché 2015 meno 36 fa 1979 e, pertanto, Scirea non avrebbe potuto vincere, come invece ha vinto i campionati mondiali di calcio dell’82 e altri 4 scudetti con la Juventus nell’81, 82, 84 e 86. Insomma un torto troppo grave ad uno dei più forti liberi della storia del calcio moderno, tragicamente scomparso nel 1989, quindi 26 anni fa.

La perdita di Scirea fu un colpo per tanti, il giocatore, punto di riferimento della difesa di Giovanni Trapattoni, era molto amato e non solo dai tifosi juventini che certamente lo adoravano, era diventata un’icona per tutto lo sport nazionale.

Indimenticabile il suo fraseggio di gran classe sulla fascia destra con Bruno Conti, prima del gol capolavoro di Marco Tardelli nella mitica finale mondiale contro la Germania.
I numeri parlano chiaro, si tratta di uno dei più vittoriosi e titolati calciatori della storia del calcio italiano grazie ai 7 scudetti conquistati con la maglia della Juventus tra il 1975 e il 1986.

Ma Gaetano Scirea è stato anche un signore dello sport e un gran bella persona, ecco perché resterà per sempre nello spazio dei bei ricordi.

Morì in un terribile incidente stradale il 3 settembre del 1989 in Polonia, dove si era recato in qualità di osservatore tecnico della Juve, attività che aveva intrapreso dopo aver appeso le scarpe al chiodo l’anno precedente.