Nel Bologna di Fulvio Bernardini, Nielsen, Bulgarelli, Renna e Janich facevano tremare i polsi a qualsiasi avversario. Fu proprio Harald a chiamarmi l’anno scorso, ci confida Mimmo Renna, per invitarmi alle celebrazioni in occasione dei 50 anni dalla vittoria dello scudetto, l’ultimo scudetto del Bologna. La notizia della sua morte me l’ha comunicata questa mattina Franco Janich e confesso di essere rimasto molto colpito perché i ricordi di una vita si sono rincorsi d’un tratto come un pallone su un campo di calcio.
Nielsen era un ragazzo eccezionale, commenta un commosso Mimmo Renna, ricordo ancora quando arrivò a Bologna nel 1961, non sembrava una stella, non aveva niente del grande giocatore con quel carattere mite e semplice, ma poi ti accorgevi chi avevi accanto quando la sera ti capitava di uscire in qualche locale. In un noto bar di Bologna lui aveva il suo bicchiere personale, griffato Harald Nielsen, e beveva solo da quello. Non c’erano personaggi al suo livello.
Il soprannome che gli avevamo dato era “dondolo”, perché dondolava in campa ed era imprevedibile. Tutti avevamo un soprannome, il mio fraterno amico e compagno di mille battaglie Giacomo Bulgarelli ne dava a tutti. Io ero soprannominato Garrincha dei poveri, ricorda Renna, mentre Nielsen era dondolo. E di meritare quell’appellativo l’asso danese lo dimostrò in una partita a Padova quando in un improvviso contropiede ci trovammo io e lui da soli nella metà campo avversaria. Piuttosto che fare altri venti o trenta metri e andare in porta, Nielsen pensò bene di calciare dal cerchio di centrocampo. Lo sgridai, gli tirai dietro un bel po’ di paroline “dolci”, ma quando vidi la palla insaccarsi all’incrocio dei pali, la voce mi si strozzò in gola. Era davvero un grande campione.
Renna e Nielsen giocarono insieme tre stagioni (61-62, 62-63, 63-64) agli ordini dell’allenatore Fulvio Bernardini e vinsero lo scudetto nel campionato 1963 – 1964.
Secondo alcuni grandi critici calcistici nessuna squadra è arrivata ad esprimere il bel gioco del Bologna di quegli anni. Lo stesso Bernardini, già vincitore dello scudetto del 1956 alla guida della Fiorentina (anche a Firenze c’era con lui un giovanissimo Mimmo Renna), ebbe a dire: “si gioca così solo in paradiso”.
Mimmo Renna, leccese purosangue, ha giocato 5 stagioni nel Bologna, dal 1959 al 1964, sempre in serie A. Insieme a Nielsen, Haller e Pascutti formava un quadrante d’attacco strepitoso per l’epoca. Di tutti i grandi campioni, suoi compagni di squadra, Renna è quello che, dopo aver smesso di giocare, ha avuto la carriera più prestigiosa come allenatore, passando alla storia per essere stato il tecnico dell’Ascoli dei record nel 1978 e vincendo il campionato di serie B con 8 giornate d’anticipo sulla fine del torneo. Il record di punti e di vittorie nel campionato a 20 squadre con 2 punti a vittoria non è mai stato superato, né raggiunto.