I Tesoro contro il Comune di Lecce, oggi la reprimenda tocca a Monosi


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Continuano e non si sopiscono affatto le polemiche riguardo il manto erboso dello Stadio di Via del Mare di Lecce, che dopo il celebre concerto dei Negroamaro, ha reso il campo sportivo impraticabile, alimentando una querelle infinita tra i tifosi, la società di Piazza Mazzini e il Comune di Lecce.  

Erio Congedo, non tanto nelle vesti di consigliere regionale, quanto piuttosto di tifoso e abbonato del Lecce da sempre, aveva provato nella giornata di ieri a stemperare i toni e gli animi, criticando soprattutto quella politica che aveva strumentalizzato la questione.

 “Questa polemica è disgustosa – aveva esordito Congedo – e sono convinto che non dovesse nemmeno cominciare. Ma l’aspetto più detestabile è un altro, cioè la strumentalizzazione della vicenda ad altri fini. In poche parole, lo sciacallaggio politico, che è ridicolo oltre che dannoso, persino da parte di chi abitualmente non si interessa delle vicende sportive giallorosse e chissà se ha mai comprato un biglietto per lo stadio nella sua vita. Il fatto che il problema del rifacimento del manto erboso sia uscito dai binari delle relazioni burocratiche e amministrative tra il Comune e l’Unione Sportiva Lecce per diventare terreno di scontro politico, è francamente fuori dal mondo.
A questo punto – continuava nella nota il consigliere regionale – mi auguro che la politica torni a fare il suo mestiere, quello di occuparsi di vicende ben più gravi e urgenti, senza dubbio più vicine ai bisogni della gente in questo drammatico periodo di crisi. E che l’Us Lecce si impegni a restituire alla città, alla sua tifoseria, a tutto il territorio del Salento, il palcoscenico calcistico che merita”.

L’acqua sul fuoco gettata dall’ex coordinatore provinciale di Alleanza nazionale, tuttavia, non ha sortito effetti. E nella giornata di oggi i Tesoro sono tornati all’attacco. A testa bassa. Questa volta ad essere oggetto delle puntualizzazioni del patron dei giallorossi è stato l’assessore al Bilancio, Attilio Monosi, che nei giorni scorsi sul Quotidano di Lecce aveva attaccato duramente la società.

«Ancora una volta, nostro malgrado, ci vediamo costretti a dover precisare un distorto altrui pensiero, questa volta da parte dell'Assessore Attilio Monosi,il quale ha concesso un intervista su un quotidiano locale apparsa in un articolo recante il titolo “ Il Comune: Tesoro si calmi o l'affitto costerà un milione”.Al di là del titolo “ad effetto”, si legge in virgolettato come il Monosi avesse usato toni un po' troppo fuori dalle righe, sulla scia dei suoi illustri colleghi politici, riferendo che Tesoro“ avrebbe dovuto evitare polemiche tanto basse da non essere meritate dalla città e dalla tifoseria”, evidentemente facendo riferimento alla vexata quaestio della spesa per
manutenzione straordinaria del manto erboso dello stadio comunale di Via del Mare.»

Savino Tesoro questa volta non parla a braccio; il suo intervento è documentato passo dopo passo, segno di una misura ormai colma:

«Pur essendo in ritardo sull'argomento, il Monosi però rincara la dose e, davvero sorprendentemente riferisce che “ il presidente giallorosso non paga il canone per l'uso dello stadio ma versa solo l'1% degli incassi degli spettatori, valutato intorno alle 8mila euro a stagione”. Di seguito l'Assessore precisa che l'affitto da pagare secondo gli standards di mercato “equivarrebbe a non meno un milione di euro, somma alla quale
l'amministrazione rinuncia perchè sente l'amore della maglia” e aggiunge che“  la somma di euro 500mila sostenuta dall'allora Presidente Semeraro per lavori straordinari (cd. tornelli e opere di recinzione nella zona prefiltraggio imposte ex lege), era stata pagata dall'Us Lecce “per rispetto del fatto che non si paga il canone“.»

E giù, carte alla mano, con una serie di passaggi finalizzati a mettere nell’angolo Monosi el’intera amministrazione comunale di Lecce: «Il tentativo cosi’ ideato dal Monosi pero' non trova sostegno nei documenti che il medesimo ben conosce , tra i quali la deliberazione della Giunta Comunale n. 520 del 04.05.2012, assise alla quale Egli era presente e in siffatto ruolo legalmente votante come tutti i suoi colleghi assessori. Per moralizzare i termini della questione si precisa che:

  1. su relazione dello stesso Sindaco si avvertiva la necessità di non rinnovare la c.d. convenzione n. 4690 del 19.07.97 ma di sottoscriverne una ex novo anche sulla base di quanto imposto dalla Giurisprudenza della Corte dei Conti del tempo;
  2. nelle more era entrato in vigore il DM del 06.06.2005 che imponeva la realizzazione di opere di sicurezza negli impianti sportivi e, per l'effetto , le spese di tale straordinaria manutenzione sarebbero spettate al Comune di Lecce;
  3. tali interventi di adeguamento furono effettivamente ed interamente sopportati, invece che dall'Ente Comune di Lecce, dalla Spa Us Lecce la quale nel contempo aveva accumulato un debito per omesso pagamento del corrispettivo per la concessione per gli anni dal 2008 fino al marzo 2012 per una somma pari ad euro 247.699,00;
  4. quindi da un mero calcolo aritmetico si puo' agevolmente comprendere come il canone di concessione ammontasse a una media di circa 60.000,00 euro annue per il quadriennio 2008-2011 (e giammai somme anche vicine al famigerato milione di euro paventato dall'Assessore Monosi);
  5. Al netto di una compensazione tra dare-avere  l'Us Lecce Spa , al di la della sottoscrizione della nuova convenzione avvenuta in data 18 maggio 2012, era creditore nei confronti del Comune di Lecce della residua somma di euro 124.564,00 e si ribadisce solo per effetto di un riconoscimento minimo e parziale del credito vantato.
  6. per tale motivo , come si legge in convenzione, il Comune di Lecce “autorizza l’US Lecce a compensare i predetti debiti e quindi a non versare il corrispettivo dell’1% degli incassi ed il 2% sui proventi da pubblicità e ciò sino all’effettivo soddisfo”. Solo ad avvenuto soddisfo del credito vantato dall’US Lecce, il Comune doveva tornare ad incassare direttamente le somme dovute per concessione e ciò sino alla scadenza naturale del contratto prevista nel maggio 2021."

 
Insomma il Lecce dei Tesoro non è mai stato beneficiato dal Comune, che, invece, si è visto anticipare per suo conto ingenti somme.
 
«Ancor di più non vi è traccia, anche come ipotesi, – conclude Tesoro – di un canone di locazione “di non meno di un milione di Euro”, se è vero che quello stabilito per il quadriennio 2008-2012 era di Euro 61.000 circa a stagione. Ad onor del vero, occorre precisare che l’US Lecce, presieduta a suo tempo da Giovanni Semeraro, ebbe comunque a versare una somma oltremodo superiore rispetto a quella riconosciuta dal Comune oggetto di successiva compensazione per opere di messa in sicurezza dello Stadio. Ecco quindi che la ragione per la quale si è stabilita l’attuale entità del canone di concessione nasce dal fatto che l’US Lecce ha versato una ingente somma di oltre un milione di euro per opere che sarebbero state di competenza del Comune (della quale somma solo una minima parte oggetto dell’odierna compensazione).»